Cesare Battisti catturato in Bolivia

Il terrorista era scappato dal Brasile lo scorso dicembre ed è stato fermato da una squadra dell'Interpol a Santa Cruz

Per gentile concessione di Wikilao
Per gentile concessione di Wikilao

Alla fine Cesare Battisti è stato preso. L'Interpol lo seguiva da tempo. Da quando il presidente Jair Bolsonaro lo aveva promesso all'Italia. E così per il terrorista non c'è stato più nulla da fare.

Sono le 17 di sabato 12 gennaio quando una squadra speciale dell'Interpol, formata da investigatori italiani, lo ferma. L'uomo che hanno davanti porta una barba finta. Ma non basta. Il documento che gli trovano in tasca allontana ogni dubbio. C'è scritto: Cesare Battisti, nato il 18 dicembre del 1954.

Il terrorista era solo. Aveva provato a scappare in Bolivia, come aveva già fatto due anni fa. Evidemente la riteneva un Paese sicuro, ma così non è stato. Secondo quanto fa sapere Wikilao, infatti, il latitante aveva fatto richiesta d'asilo, ma gli era stato negata.

La caccia a Battisti

L'Interpol si era messa sulle tracce del latitante poco prima di Natale. Come riporta Il Corriere, si è trattato di "un lavoro minuzioso e certosino, un lavoro di strada attingendo agli informatori e alla conoscenza del territorio, un lavoro di tentativi, calcoli e azzardi".

Mosse precise che sono servite, poco alla volta, a stringere il cerchio attorno al terrorista. Prima la zona in cui si era nascosto e, poi, le zone in cui si aggirava. Tutto è stato analizzato fin nei minimi dettagli. Fino alla cattura.

Battisti tornerà in Italia?

Non si sa ancora quale sarà il destino del terrorista.

Prima, sottolinea il quotidiano di via Solferino, si dovranno fare tutti i passaggi tecnici. Ma è molto probabile che per l'ormai ex latitante italiano ci sia poco da fare. In brevi tempi, infatti, la Bolivia potrebbe espellerlo e rimpatriarlo in Italia.

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