Due giorni dopo la strage, si prova a capire, a dare un volto e una storia agli uomini del commando che hanno attaccato Barcellona. Colpito la rambla, il cuore della città. Ammazzato 13 innocenti, lanciando su di loro un furgone.
Volevano la strage e l'hanno avuta. Sono quasi tutti morti, o in manette, i membri del commando jihadista che ha attaccato la Spagna e tutte le nazioni che hanno ritrovato un loro concittadini nell'elenco delle vittime, dei morti e dei feriti. In fuga ce n'è soltanto uno: Younes Abouyaaqoub.
Su di lui si sa ancora poco. Si sa che aveva 22 anni, origini marocchine e una cerchia di amici le cui famiglie provenivano anche loro dal suo stesso Paese. Lo sappiamo perché lo dice, al quotidiano La Vanguardia, una ragazza che con lui ha fatto medie e superiori, l'Eso (Educación Secundaria Obligatoria), come lo chiamano in Spagna.
"Qui nessuno si immaginava che avrebbe potuto fare una cosa del genere", dice la ragazza, che lo descrive come "un ragazzo molto timido, che non amava attirare l'attenzione. Uno calmo, che non si metteva mai nei guai".
Un'immagine di Younes
che difficilmente si concilia con quella del terrorista che ha guidato un furgone bianco contro i passanti che si godevano la rambla, Barcellona e la vita. È ancora in fuga. Deve rispondere della morte di tredici persone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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