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Cina, nuovo test per il missile balistico intercontinentale DF-41

Si tratta del decimo test noto per il più avanzato Icbm sviluppato dalla Cina. Il DF-41 può essere lanciato anche in configurazione ipersonica e Megaton

Cina, nuovo test per il missile balistico intercontinentale DF-41

La Cina ha lanciato con successo il missile balistico intercontinentale DF-41. Si tratta del decimo test noto per il più avanzato Icbm sviluppato da Pechino che dovrebbe essere ormai pronto per entrare in servizio. Lanciato dal cosmodromo di Taiyuan nel nord della Cina, il DF-41 ha colpito l’area bersaglio nel deserto del Gobi occidentale. Si ignora il numero delle testate imbarcate. Il test non è stato pubblicizzato dai media ufficiali della Cina, ma dai soliti forum controllati dal governo, i medesimi che negli anni hanno diffuso i principali dimostratori tecnologici militari di Pechino. In sviluppo dal 1986, il primo test di accensione si è svolto nel luglio del 2012. L’ultimo test di volo del DF-41 risale al 6 novembre scorso, due giorni prima la visita a Pechino del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Pechino ha riscritto la nuova strategia nucleare per il first strike: da rappresaglia assicurata (con sistemi di ultima generazione come i DF-31 e JL-2) a rappresaglia completamente assicurata. Nonostante i militari spingano per una prima linea di fuoco basata su svariate testate, in Cina continua a fare proseliti l’idea di una forza nucleare di precisione SEE o small, elite and effective. Essendo una potenza nucleare di medie dimensioni, l’attuale concetto della ridondanza cinese si dovrebbe basare su tre sottomarini strategici sempre in navigazione a copertura di possibili bersagli. Pechino continua a sviluppare sistemi basati sulla potenza scalare conferita dalla dottrina dial-a-yield.

La classe Dong Feng

La classe Dong Feng, Vento dell’Est, è formata da una serie di vettori balistici intercontinentali a medio e lungo raggio in servizio con la Forza Strategica Missilistica cinese. Ad esempio il DF-21 è paragonabile al missile a medio raggio Pershing II, sistema smantellato in base al trattato INF. La variante D, missile balistico anti-nave multitestata MARV, è stata progettata specificatamente per distruggere le portaerei statunitensi. Secondo i dati cinesi, il DF-21D raggiungerebbe il bersaglio a mach 10. L’unico modo per eludere un attacco portato da un missile da mach 10 di cui si sconosce l’esatto punto di lancio, sarebbe attraverso l’utilizzo delle contromisure elettroniche. Dovrebbe avere un raggio d’azione di 2500 km e sistema di guida inerziale con radar attivo nella fase terminale. Il missile balistico intercontinentale a due stadi a propellente liquido Dong Feng-5 (CSS-4) è uno dei più potenti dell’arsenale cinese con una gittata stimata di 12000 km. E' armato con dieci testate multiple a rientro indipendente. Tale configurazione è stata testata con successo il 15 gennaio dello scorso anno. Il test rappresenta un cambiamento nella politica nucleare strategica di Pechino e ha confermato i progressi nella tecnologia spaziale ed il rapido progresso del sistema missilistico deterrente cinese. Il DF-5C differisce dal DF-5B per la maggiore capacità di carico. La versione B, svelata nel settembre del 2015, dovrebbe trasportare da sei ad otto testate Mirv. Il DF-5 Yi, infine, può trasportare dodici testate (MIRV). Pechino avrebbe tra i 50 ed i 60 missili CSS-4 pronti al lancio. Il DF-31 è un missile balistico a tre stadi su rampa mobile o sub lanciato con una gittata massima stimata di ottomila km. Il missile a propellente solido a guida astro-inerziale è in grado di trasportare una sola testata da un megatone o tre MIRV da 150 chilotoni. Il DF-31A si differenzia per la maggior gittata, circa dodicimila chilometri e per la capacità di trasportare tre testate MARV da 150 chilotoni.

Secondo il Dipartimento della Difesa, la Cina dovrebbe disporre di 250 testate nucleari, ma la produzione sarebbe in aumento. Le agenzie di intelligence statunitensi confermano l’implementazione di diverse configurazioni nucleari sui missili DF-5. Il Pentagono stima la forza ICBM cinese in 75/100 missili in diverse configurazioni.

Missile balistico intercontinentale DF-41 (CSS-X-20)

Scarsi i dettagli fino ad oggi diramati. Sappiamo che il DF-41 è un missile a tre stadi a combustibile solido da 80 tonnellate a guida inerziale lanciato da rampa mobile (prevista anche la variante su rotaia). Nel 2016 i cinesi hanno annunciato per il DF-41 una prima configurazione con dieci testate Mirv da 150 chilotoni con raggio utile di quattordicimila chilometri. La capacità di rientro multiplo indipendente è stata testata soltanto nel quarto test. La capacità di trasportare e rilasciare dieci testate a rientro multiplo indipendente è significativa. Sorvolando il Polo Nord in traiettoria circumpolare, il missile raggiungerebbe il territorio americano in trenta minuti dal lancio. In base a tali dati il DF-41 potrebbe colpire tutti i bersagli negli Stati Uniti ad eccezione della Florida. Il DF-41 può essere armato in configurazione Megaton, con una singola testata da 5,5 megatoni o come vettore per i velivoli a slittamento ipersonico.

Hypersonic Glide Vehicle

La Cina continua a testare l'Hypersonic Glide Vehicle, soprannominato dal Pentagono DF-ZF (WU-14). Il nuovo velivolo dovrebbe essere in grado di viaggiare fino ad otto volte la velocità del suono e schivare tranquillamente l’attuale sistema di difesa antimissile degli Stati Uniti. Potrebbe colpire ogni parte del pianeta entro un’ora. Il WU-14 è in grado di trasportare testate nucleari ad una velocità superiore a Mach 10 (12,359 chilometri all'ora) ed è immune alle attuali contromisure anti-balistiche per le testate a rientro convenzionale. Un velivolo ipersonico come l’HGV potrebbe rientrare nell'atmosfera planando ad altissima velocità ed avvicinandosi all’obiettivo con una traiettoria relativamente piatta, diminuendo così il tempo di identificazione dai sistemi nemici. Il DF-ZF può essere trasportato a quota di lancio da vari missili balistici cinesi, come il DF-21 (a medio raggio) e dai DF-31 e DF-41 (intercontinentali), estendendo di 12 mila km la gittata dei vettori. Il programma delle armi ipersoniche cinesi è considerata una priorità. Una volta messo in servizio, potrebbe consentire alla Cina di condurre attacchi cinetici in qualsiasi parte del mondo. La Cina prevede di implementare il suo nuovo velivolo di planata ad alta velocità entro il 2020. Il programma ipersonico cinese prevede il primo velivolo scramjet entro il 2025. Non esiste difesa contro un attacco combinato formato da missili tradizionali balistici ed ipersonici.

Perchè i lanciatori mobili

La teoria alla base di un Icbm mobile è molto semplice. A causa dello loro peculiare asimmetria strategica (la mobilità) i lanciatori sarebbero al riparo da possibili attacchi preventivi del nemico. Gli Icbm mobili avrebbero la capacità di lanciare da qualsiasi parte del territorio indiano con preavviso minimo e tempi di esecuzioni minori rispetto ad un bombardiere o un sottomarino. Sarebbe impossibile (è un concetto generale) monitorare e colpire tutti i lanciatori di una potenza strategica schierati casualmente sul proprio territorio ed in costante movimento.

L'evoluzione della tecnologia MRV

La tecnologia di rientro

La tecnologia Multiple Reentry Vehicle o MRV, si basa sulla capacità di conferire ai missili balistici un maggiore letalità, pur mantenendone invariato il numero. Le testate MRV conferiscono al missile la capacità di colpire con diversi vettori un singolo bersaglio. Il concetto si è poi evoluto nelle testate MIRV o Multiple Independently targetable Reentry Vehicle. A differenza delle MRV, le testate MIRV colpiscono diversi bersagli invece di massimizzare la loro efficacia su un solo obiettivo. Le testate MARV o Maneuverable Reentry Vehicle, infine, rappresentano l’ultima evoluzione della tecnologia di rientro. Le MARV sono ritenute in grado modificare il proprio percorso in volo con brusche manovre così da ingannare i sistemi anti-balistici. Stati Uniti, Russia e Cina continuano lo sviluppo delle testate MARV, anche se quasi tutti gli sforzi sono ormai concentrati negli asset ipersonici.

Le piattaforme ipersoniche, che entreranno in servizio tra 10/15 anni, riscriveranno il modo stesso di concepire una difesa antimissile.

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