Clima impazzito: scomparirà il classico fish & chips

Il fish & chips potrebbe scomparire dalle nostre tavole per il riscaldamento globale. Uno studio inglese lancia l'allarme

Clima impazzito: scomparirà il classico fish & chips

Il clima sembra essere proprio impazzito, ma c'è una ragione a tutto e viene comunemente definita come riscaldamento globale. Ciò ha ripercussioni su tutto ciò che ci circonda e non dovrebbe destare stupore se dovesse risentirne anche la nostra tavola. Da un recente studio sembra che il fish & chips, il popolare piatto britannico esportato in tutto il mondo, sia in serio pericolo di estinzione, proprio come le specie marine tra cui il merluzzo e l'eglefino.

Da quanto emerge, l'ossigeno negli oceani è in diminuzione e dunque, alcune specie marine più grandi potrebbero ridursi o persino estinguersi. I risultati, pubblicati sulla rivista Philosophical Transactions della Royal Society B, si sono basati su un'analisi di crostacei di diverse dimensioni che popolano l'Antartico. Essi sono divenuti sempre più piccoli e ciò sarebbe in linea con la teoria secondo la quale le creature marine più grandi sono più vulnerabili ai cambiamenti del clima. Inoltre, studi precedenti hanno visto che le porzioni di fish&chips nei pub britannici saranno ridotte fino a un quinto entro il 2050.

Il dottor Simon Morley, coautore dello studio ed ecofisiologo del British Antarctic Survey, ha precisato: "Gli animali marini prosperano nell'Oceano Antartico, ma la vita in queste acque gelide ha portato all'evoluzione di molte caratteristiche distinte. Queste "strategie" che consentono agli animali di sopravvivere al freddo, dovrebbero rendere molti invertebrati e pesci marini dell'Antartide vulnerabili all'impatto del cambiamento climatico. Comprendere questi impatti - conclude - non solo ci aiuterà a prevedere il destino della biodiversità marina ai poli, ma ci insegnerà anche molto sui meccanismi che determineranno la sopravvivenza delle specie attraverso gli oceani del mondo".

Alle parole del dottor Morley son seguite quelle dell'altro coautore, il professor John Spicer, zoologo marino dell'Università di Plymouth, che ha trascorso più di 30 anni esaminando gli effetti dei cambiamenti del clima sugli organismi oceanici. Infine, nello specifico, egli ha dichiarato: "Negli ultimi 50 anni, l'ossigeno nei nostri oceani è diminuito del 2-5% e ciò sta già avendo un effetto sulla capacità delle specie di funzionare. A meno che non si adattino, molti più grandi invertebrati marini si ridurranno o si estingueranno, il che avrebbe un impatto profondamente negativo sugli ecosistemi di cui fanno parte. Questo è ovviamente un importante motivo di preoccupazione."

Morley e Spicer hanno esaminato quattro tipi di crostacei, noti come anfipodi, che sono in abbondanza al largo della penisola antartica occidentale. Ciò che ha attirato l'attenzione degli scienziati è stata l' "innovazione evolutiva" di queste specie; in particolare hanno notato come la presenza di pigmenti speciali nei loro fluidi corporei aumentasse il trasporto di ossigeno.

Ciò, come ha spiegato il professor Spicer, può aiutare a compensare gli svantaggi respiratori delle specie marine di grandi dimensioni.

Però Spicer ha anche concluso dicendo: "Sarebbe pazzesco puntare le nostre speranze su un simile "salvataggio evolutivo". Molte grandi specie saranno quasi certamente le prime vittime del nostro oceano caldo e povero di ossigeno".

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