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"Tre ore di sofferenza". Negli Usa l'esecuzione più lunga di sempre

Joe Nathan James Jr, condannato alla pena di morte, è morto il 28 luglio in Alabama. Secondo l'ong Reprieve, gli "incaricati dell'iniezione non erano qualificati" e hanno agito con "grossolana incompetenza"

"Tre ore di sofferenza". Negli Usa l'esecuzione più lunga di sempre

"Tre ore di dolore e sofferenza", è quanto viene scritto nell'autopsia indipendente finanziata dalla ong Reprieve. La vittima è Joe Nathan James Jr., uomo di 50 anni, condannato negli Stati Uniti d'America alla pena di morte.

Si tratta dell'esecuzione più lunga mai avvenuta negli Usa ed è stata fatta lo scorso 28 luglio in Alabama. James è stato ucciso con un'iniezione letale. A nulla sono valse le disperate obiezioni della famiglia che sperava che la vita dell'uomo potesse essere risparmiata e che potesse scontare la sua condanna in carcere, in vita. Inizialmente l'iniezione era prevista per le ore 18 ma è stata spostata alle 21:04. Nel verbale l'uomo è stato dichiarato morto alle 21:27. Stando a quanto è stato riportato dal quotidiano a stelle e strisce The Atlantic, l'autopsia ha dimostrato che è stato fatto a James "qualcosa di terribile mentre era legato a una barella dietro a porte chiuse". Le mani e polsi dell'uomo sono state bucate con degli aghi in ogni posto che "si potesse piegare o flettere". Senza dimenticare che secondo alcuni esperti medici contattati dal giornale, che hanno analizzato le foto del cadavere, gli "incaricati dell'iniezione non erano qualificati" e hanno agito con "grossolana incompetenza".

L'uomo con ogni probabilità, viste le ferite presenti sul corpo, è stato sedato prima di esalare l'ultimo respiro. "L’esecuzione di Joe Nathan James Jr. è durata più di qualsiasi altra iniezione nella storia documentata degli Usa", spiega il The Atlantic. L'uomo, aggiunge l'ong Reprieve, ha subito due esecuzioni: "Una procedura straziante a porte chiuse e poi una performance teatrale per i testimoni".

L'ultima esecuzione

L'ultima esecuzione è stata 4 mesi fa in Texas. A essere ucciso è stato Kosul Chanthakoummane, uomo di 41 anni colpevole di avere accoltellato a morte un agente immobiliare oltre 16 anni fa, nei pressi di Dallas. La vittima è stata una donna di nome Sarah Walker, picchiata, derubata e pugnalata mentre stava mostrando una casa. Il bottino di Kosul all'epoca furono un orologio e un anello. Prima di ricevere i 5 grammi di iniezione letale nel carcere di Huntsville, ha rivolto le sue ultime parole alla madre che osservava in silenzio il figlio morire: "Mamma, ti amo". Chanthakoummane ha rivolto una parola anche ai familiari della vittima: "Prego affinché la mia morte porti loro pace".

A nulla valsero le parole rilasciata al Times Union di New York nel 2013 del padre di Sarah, Joseph Walker, deceduto lo scorso anno. Il signor Walker si era opposto all'esecuzione in quanto aveva perdonato l'assassino di sua figlia e riteneva disumana la pena di morte.

A inizio anno, in Texas, è stato condannato a morte anche a Carl Buntion, 78 anni, per aver ucciso 30 anni un poliziotto. L'unico dato positivo è che negli ultimi due anni le giurie hanno emesso meno condanne a morte.

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