La Corea del Nord potrebbe abbattere i bombardieri Usa?

Se la Corea del Nord lanciasse un missile contro un bersaglio nello spazio aereo internazionale sarebbe un atto di guerra e trattato come tale.

La Corea del Nord potrebbe abbattere i bombardieri Usa?

“Dato che gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra alla Corea del Nord, ci riserviamo il diritto di attuare tutte le contromisure necessarie, comprese quelle che prevedono l’intercettazione dei bombardieri strategici statunitensi anche quando non volano all'interno del confine aereo del nostro paese”.

E’ quanto ha affermato poche ore fa il Ministro degli Esteri nordcoreano Ri Yong Ho ritenendo i tweet di Trump (come quello di sabato scorso) una dichiarazione di guerra.

Casa Bianca e Dipartimento di Stato hanno immediatamente smentito, definendo la presunta “dichiarazione di guerra” come una “assoluta assurdità della Corea del Nord”.

“Gli Stati Uniti vogliono una denuclearizzazione pacifica della Corea del Nord, tuttavia non è mai opportuno aprire il fuoco contro gli aerei di un altro paese quando questi volano in acque internazionali”.

Il riferimento è all’ultima esercitazione aerea congiunta con la Corea del Sud che si è svolta lo scorso week end, con formazione di bombardieri statunitensi B-1B Lancer in addestramento in acque internazionali, al largo della costa orientale della Corea del Nord. Si tratta anche del punto più lontano della zona demilitarizzata mai raggiunto da un velivolo americano nel ventunesimo secolo.

Nel 1969 due Mig-21 coreani attaccarono e distrussero un Lockheed EC-121M della Marina Militare americana disarmato e non scortato che volava a circa 90 miglia dalla costa della Corea del Nord. Morti i 31 membri dell’equipaggio. L'amministrazione Nixon non intraprese alcuna azione offensiva.

L’esercito della Corea del Nord

L’Esercito della Corea del Nord annovera un milione di soldati. 110 mila in forza all’Aeronautica e circa 60 mila in servizio con la Marina. Ventimila i pezzi d’artiglieria e circa tremila i carri armati. La forza aerea dovrebbe essere composta complessivamente da circa 500 velivoli (non dovrebbero essere più di 50 i Mig-29 in servizio, venti per ore di volo annuali per i piloti), mentre la Marina si basa prevalentemente sui sottomarini, 70 in servizio. La Corea del Nord, in teoria, non dovrebbe possedere capacità terrestri ed aeree per opporsi alle piattaforme di quinta generazione come l’F-22 e l’F-35. In teoria non dovrebbe essere in grado di inquadrare da terra i bombardieri strategici B-2. Spesso si dimentica che la flotta Lancer è stata denuclearizzata. La griglia di difesa aerea della Corea del Nord dovrebbe essere gestita da un vecchio sistema di comando e controllo anti-aereo computerizzato sovietico. Le unità antiaeree del paese sono custodite in rifugi sotterranei. Il KN-06 è il più moderno sistema indigeno terra-aria in servizio ed è ritenuto simile per prestazioni alle prime versioni dell’S-300 russo, ma con maggiore gittata. Dovrebbe essere in grado di intercettare qualsiasi piattaforma di quarta generazione ad una distanza massima di 150 km.

Il pattugliamento nello spazio aereo internazionale non viola le legge. Lanciare un missile contro un bersaglio nello spazio aereo internazionale è un atto di guerra e sarebbe trattato come tale.

Rockwell International B-1B Lancer

L’intera linea supersonica Rockwell International B-1B Lancer è stata denuclearizzata. Il B-1B, schierato anche in Siria ed Iraq, è in grado di volare per dieci ore senza rifornimento e porta con se 84 bombe da 500 libbre (240 kg). Progettato per bombardare l’Unione Sovietica si è trasformato in una piattaforma di supporto alle truppe sul terreno. Il bombardiere strategico (B-1A) a geometria variabile, si è evoluto in una piattaforma per la penetrazione a bassa quota con missili da crociera (B-1B). Dopo la fine della guerra fredda, la flotta B-1B è stata privata del suo scopo principale per cui era stata progettata e per molti anni è stata sull’orlo del ritiro dal servizio. Così come spesso accade per piattaforme private della causa progettuale, i nuovi contesti hanno ridato linfa al programma B-1, oggi formato da sessanta bombardieri sui 102 costruiti. Sono sei bombardieri Lancer B-1B attualmente schierati a Guam (ovviamente non è l’unica opzione) ed equipaggiati con il nuovo missile di precisione JASSM- ER, che potrebbe essere lanciato ben al di fuori del territorio nordcoreano grazie al suo raggio di 500 miglia nautiche. Il Pentagono ha identificato 24 siti di lancio nordcoreani di alto profilo. In ogni caso, qualsiasi attacco contro la Corea del Nord, comporterebbe la perdita di Seoul, a soli 40 miglia dal confine. L’opzione B-1, supportata da droni, caccia e missili da crociera lanciati da unità di superficie e dai sottomarini, dovrebbe rappresentare un messaggio politico di “buone intenzioni” nei confronti di Cina e Russia, a causa del loro equipaggiamento non nucleare. Tuttavia è un ragionamento pericoloso: scoppiato un conflitto, l’impiego di una piattaforma non nucleare sarebbe soltanto un dettaglio. Una guerra con la Corea del Nord sarebbe difficile, pericolosa e potenzialmente devastante per gli Stati Uniti ed i suoi alleati nella regione. Motivo per cui la Casa Bianca continua a posticipare qualsiasi azione militare. In ogni caso, il ricorso al nucleare sarebbe certo.

Il Lancer non può sopravvivere all'interno di uno spazio aereo pesantemente difeso. Nella migliore delle ipotesi, il B-1B può operare in un ambiente medio. Il B-2 è attualmente l'unico bombardiere strategico in servizio che può penetrare in profondità una bolla anti-access/area denial su architettura S -300V4, S-400 o HQ-9 (russi e cinesi la pensano diversamente).

La Corea del Nord potrebbe abbattere un bombardiere Usa?

Negli ultimi due mesi Washington, Tokyo e Seoul hanno effettuato delle esercitazione aeree congiunte a pochi chilometri di distanza dalla zona demilitarizzata su asset F-35B del Corpo dei Marine degli Stati Uniti, bombardieri B-1B Lancer, FK-15K della Corea del Sud (ROAKF, Republic of Korea Air Force) e F-15J da superiorità aerea del Japan Air Self-Defense Force. Guam è l’unica piattaforma di lancio nel Pacifico occidentale sia per i bombardieri strategici B-2 e B-52 che per le piattaforme convenzionali B-1. In qualsiasi scenario convenzionale contro la Corea del Nord, Guam sarebbe al centro delle operazioni. L’isola è teoricamente alla portata dei missili balistici a raggio intermedio della Corea del Nord, motivo per cui è da sempre presente nella aggressiva retorica del regime.

Opzione 1, lanciare i caccia: scarsissime probabilità di successo

La forza aerea nordcoreana potrebbe tentare di intercettare con i suoi Mig-29 Fulcrum (prime versioni) e MiG-23 Flogger di epoca sovietica, una formazione di bombardieri Usa come i Boeing B-52, i B-1B o i Northrop Grumman B-2, in addestramento (dimostrazione di forza) sulle acque internazionali. Tuttavia, con certezza quasi assoluta, MiG-29 e MiG-23 verrebbero ingaggiati mortalmente dalle piattaforme (F-22/F-15J) pure ed armate che scortano sempre i bombardieri. L’F-35, lo ricordiamo per l’ennesima volta, è una piattaforma tattica e non è mai stata concepita per la superiorità aerea o il combattimento manovrato, ma per il BVR su arsenale volante.

Opzione 2, batterie missilistiche: esito incerto

Diversa la questione se i bombardieri Usa volassero a distanza utile dalle batterie missilistiche terra-aria della Corea del Nord. La griglia di difesa strategica del Nord si basa su un’architettura sovietica su piattaforme (600/800 in servizio) SA-2 Guideline, SA-3 Goa, SA-5 Gammon e SA-6 Gainful. La Corea del Nord realizza una versione indigena del sistema d’arma SA-2 Guideline con specifiche sconosciute. Del KN-06 sappiamo ben poco. Sebbene vi sia ancora un approccio scettico nei confronti delle capacità industriali di Pyongyang, è opinione abbastanza condivisa ritenere il sistema nordcoreano simile alle versioni iniziali dell’S-300 russo. Imprecisato il numero di KN-06 prodotti. La griglia di difesa tattica della Corea del Nord è strutturata su MANPADS (indigeni e prodotti su licenza) e su un imprecisato numero (migliaia di unità) di sistemi di artiglieria anti-aerea da 23-57 millimetri come gli ZSU-23-4 Shilka e gli ZSU-57-2. Nel 1999, un F-117 Nighthawk fu abbattuto da un SA-3 Goa.

Il concetto dell’invisibilità

Un profilo a bassa osservabilità ritarda semplicemente il rilevamento ed il successivo inseguimento. Tuttavia perfino il disegno stealth per eccellenza sarà sempre inficiato dall’equipaggiamento esterno. Se un F-22 Raptor (primo caccia da “dominio aereo” al mondo operativo) volasse con i serbatoi supplementari esterni, aumenterebbe la sua sezione equivalente radar, sporcando la sua traccia standard. Ci sono poi alcuni tratti specifici, come la deriva di un velivolo, che rende visibile ogni aereo, nessuno escluso. E’ proprio il disegno del velivolo ottimizzato per sconfiggere una determinata banda di frequenza, ad essere determinante nella risonanza. La RCS di un bersaglio non dipende solo dalla forma fisica e dai suoi materiali compositi, ma anche dai suoi sottocomponenti come antenne ed altri sensori progettati per soddisfare tali requisiti. Il profilo del bombardiere B-2, privo di alcuni tratti specifici che influiscono nella risonanza, è efficace contro i radar a bassa frequenza rispetto ad un F-22. Sono le leggi della fisica, in sostanza, ad imporre un determinato disegno ottimizzato per diverse tipologie di bande di frequenza. Nella nuova dottrina statunitense al caccia di quinta generazione spetterebbe l’avanscoperta oltre il raggio visivo grazie all’avionica di ultima generazione. Una volta identificata la minaccia, il caccia collegato in rete con l’arsenale volante, trasferirebbe le informazioni di puntamento. Il B-52 in ruolo arsenale volante, infine, lancerebbe il missile contro il bersaglio.

L’Air Force spinge per avere in linea delle forze da combattimento integrate in grado di svolgere svariati compiti in una sola missione. Gli aerei stealth, che non avrebbero più la necessità di macchiare il profilo, continuerebbero a coordinare molteplici attacchi dagli arsenali volanti operativi nelle retrovie. Considerando che la flotta B-1 è stata denuclearizzata, è facile ipotizzare che tale compito sarà svolto dai 76 B-52H ancora in servizio. Nonostante siano in corso costosissimi programmi per sviluppare munizioni di dimensioni ridotte, tali da inserirsi nella baia interna di un F-35, l’implementazione degli arsenali volanti riscriverà la proiezione oltre il raggio visivo dell’Air Force. Il concetto dell’arsenale volante andrebbe visto anche sotto un altro punto di vista. I 123 F-22 convertiti al combattimento sui 187 costruiti, sono fin troppo pochi per affrontare una minaccia su larga scala.

I B-52 come arsenali volanti, con la loro capacità di trasportare 31 ordigni da 500 kg (tra bombe e missili) di carico bellico, potrebbero rappresentare l’ennesimo mutamento negli indirizzi strategici e sopperirebbero al divario numerico tra le piattaforme statunitensi e quelle cinesi (solo per fare un esempio).

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