Nord Corea, missione compiuta: liberi i tre prigionieri americani

Il segretario di Stato americano di ritorna negli Stati Uniti insieme ai tre cittadini Usa prigionieri delle carceri nordcoreane. Ad annunciarlo, il presidente Trump con un tweet

Nord Corea, missione compiuta: liberi i tre prigionieri americani

L'annuncio l'ha dato il presidente Donald Trump con un tweet dal suo profilo ufficiale: Mike Pompeo sta tornando dalla Corea del Nord insieme ai tre cittadini americani detenuti nelle carceri del governo nordcoreano. "Sono contento di informarvi che il segretario di Stato Mike Pompeo è in viaggio di ritorno dalla Corea del Nord con i 3 splendidi gentiluomini che tutti non vediamo l'ora di incontrare. Sembrano in buona salute". Pompeo atterrerà alla base di Andrews alle 2 del mattino, ora locale.

Per Trump si tratta di una vittoria molto importante a livello d'immagine. La liberazione dei tre prigionieri è stata per anni una battaglia delle amministrazioni americane. E il fatto che arrivi alla vigilia del summit tra il presidente Usa e Kim Jong-un, è un chiaro segnale di come ci sia la volontà per entrambe le parti di giungere a un accordo. Una liberazione in cui ha avuto un ruolo estremamente importante Mike Pompeo, nominato segretario di Stato al posto di Rex Tillerson. Il "falco" ex direttore della Cia è stato due volte a Pyongyang. La prima, in gran segreto, per incontrare Kim. La seconda, tra ieri e oggi, in cui ha portato a casa i tre americani.

I tre cittadini Usa liberati dopo il viaggio di Pompeo sono: Tony Kim, Kim Hak Song e Kim Dong Chul. Kim Hak-song era professore all’Università di Scienza e Tecnologia di Pyongyang ed è stato arrestato il 6 maggio del 2017 alla stazione prima di prendere un treno per Pechino. L'università, costruita con sovvenzioni di gruppi religiosi cristiani americani e della Corea del Sud, è una sorta di college dei figli dei burocrati nordcoreani.

Tony Kim, professore universitario che collaborava con un orfanotrofio in Corea del Nord è stato arrestato nell'aprile del 2017 per «spionaggio». Lui non alla stazione, ma all'aeroporto, ma sempre pronto a imbarcarsi per Pechino, come Kim Hak Song. Una strategia tipica dell'intelligence nordcoreana che arresta le persone proprio mentre pensano di essere in procinto di fuggire dal Paese.

Kim Dong-chul, invece, è un pastore evangelico catturato nel 2015 con l’accusa di spionaggio ed è stato condannato dalla giustizia di Pyongyang a 10 anni di lavori forzati.

Prima del processo, gli agenti nordcoreani lo avevano portato davanti ai giornalisti e lo hanno costretto a confessare di aver rubato segreti militari per conto dell’intelligence sudcoreana. Ma Seul continua a negare (come ovvio che sia) qualunque tipo di coinvolgimento.

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