In Francia è andata di recente in scena una forte iniziativa di protesta da parte della categoria degli infermieri, diretta a contestare la gestione dell’emergenza-coronavirus da parte delle autorità. Alla base delle critiche del personale sanitario vi è il fatto che Parigi non starebbe fornendo alle strutture sanitarie transalpine un numero sufficiente di dispositivi di protezione individuale. Tale protesta si consuma mentre il Paese guidato da Emmanuel Macron registra oltre 57mila casi di contagio e più di 4mila morti a causa del Covid-19.
Gli infermieri, fa sapere oggi TGcom24, hanno quindi deciso di mettere in atto una dura provocazione per contestare le inefficienze del governo, letteralmente “spogliandosi” davanti all’obiettivo di una macchina fotografica.
Un gruppo di 43 operatori sanitari ha appunto inscenato tale forte campagna di denuncia, con i soggetti in questione che si sono fatti fotografare completamente nudi per spiegare, attraverso le immagini dei loro corpi, la precarietà e l’insicurezza di chi sta attualmente combattendo negli ospedali contro il dilagare dell’epidemia.
Per pubblicizzare sul web le loro immagini provocatorie, gli infermieri hanno creato l’hashtag #NudicontroilCovid-19. Così facendo, essi intendono rendere le autorità consapevoli del fatto che il personale impegnato a salvare le vite dei pazienti infettati sta lavorando in condizioni estremamente rischiose, ossia senza una quantità adeguata di mascherine, camici e altri dispositivi di protezione personale.
Il canale Mediaset ha quindi dato voce ad alcuni dei promotori del servizio fotografico di denuncia, come l’infermiera Alexandra.
Quest’ultima ha tuonato: “Vogliamo mostrare quanto siamo indifesi. Ci sentiamo inviati al macello, mettendo in pericolo i nostri pazienti e le nostre famiglie".
La stessa ha infine ribadito che l’epidemia in corso impone all’esecutivo la massima rapidità nel munire il personale sanitario di dispositivi di protezione, affermando contestualmente che gli
ospedali francesi, sovraccarichi di soggetti ricoverati da Covid, sarebbero ormai prossimi al collasso: “Siamo tutti d'accordo sul fatto che abbiamo bisogno di attrezzature. Non è più una situazione sostenibile”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.