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Corte Suprema, Obama nomina il liberal Garland. Ma il Gop dice no

Obama ha scelto il giudice Merrick Garland per il posto nella Corte suprema lasciato vuoto da Antonin Scalia. Ma il Partito repubblicano prennuncia che porrà il veto, perché chiede che la scelta sia fatta dal nuovo presidente

Corte Suprema, Obama nomina il liberal Garland. Ma il Gop dice no

A prendere il posto di Antonin Scalia, alla Corte Suprema degli Stati Uniti, potrebbe essere il giudice Merrick Garland. Sessantaquattro anni, liberal moderato, attuale capo del circuito delle corti di appello del distretto di Columbia (dove lavora dal 1997), era uno dei tre possibili successori di Scalia (gli altri due candidati: Sri Srinivasan e Paul Watford). Obama ha indicato il suo nome, sottolineando che è un uomo che gode "del rispetto di entrambe le parti". Ha poi aggiunto di aver "scelto un candidato che è largamente riconosciuto non solo come una delle menti legali più acute d'America, ma come qualcuno che porta nel suo lavoro uno spirito di moralità, modestia, integrità, imparzialità ed eccellenza". Ed ha aggiunto che la Corte Suprema deve essere "al di sopra della politica", esortando il Congresso ad approvare la sua scelta. Ma qui iniziano i problemi.

Dopo la morte di Scalia la Corte Suprema è spaccata a metà, fra quattro giudici conservatori e quattro liberal. La nomina di Obama sposta l’equilibrio a sinistra, per la prima volta dopo decenni. Molti hanno chiesto espressamente a Obama di far scegliere il successore di Scalia al prossimo inquilino della Casa Bianca, nella speranza che vinca un esponente del Gop, per poter nominare un giudice conservatore come Scalia. Garland, seppure liberal, è considerato un moderato, e sulla carta è apprezzato anche dai repubblicani, che nel 1997 approvarono la sua nomina a giudice federale.

Poco dopo l'ufficialità della scelta di Garland, dal Grand Old Party è arrivato un secco no. Non tanto sulla persona ma contro il metodo. La nomina verrà bloccata, ha detto il leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell. L'obiettivo, come già detto, è che sia il prossimo presidente a scegliere il nuovo giudice. "Il popolo americano potrebbe eleggere un presidente che decida di nominare il giudice Garland da sottoporre al Senato, ma il prossimo presidente potrebbe anche nominare qualcuno di molto diverso. In un caso o nell'altro - ha aggiunto McConnell - la nostra idea è di dare al popolo voce in capitolo per riempire questo posto libero".

McConnell ha invocato il rispetto della cosiddetta "Biden rule" (la regola Biden). Il riferimento è al discorso tenuto nel 1992 dall'allora senatore Joe Biden, attuale vice presidente Usa, nel quale sosteneva l'inopportunità di procedere ad una nomina per la Corte Suprema durante una campagna presidenziale. McConnell ha quindi accusato la Casa Bianca di voler politicizzare la nomina. Ciò che Obama ha fatto, ha detto il leader repubblicano, "sarebbe ingiusto nei confronti di qualsiasi candidato". La scelta del presidente, ha detto, "potrebbe avere dei gravi costi per la nostra nazione". D'accordo su questa linea lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, che ha ricordato che "secondo la nostra Costituzione, il presidente degli Stati Uniti ha il diritto di fare la nomina e il Senato ha il diritto di non confermarla".

Nato a Chicago, di religione ebraica, Garland ha studiato a Harvard, divenendo direttore di "The Harvard Law Review".

È stato Bill Clinton, quado era presidente, a nominarlo alla Corte d’Appello di Washington nel 1995. Garland si è fatto conoscere seguendo il caso dell’attentato di Oklahoma City, nel 1995

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