Coronavirus

Così i Paesi Visegrad e la Russia hanno frenato il virus

Confini sigillati per tempo, quarantene rigide, niente aperitivi antirazzisti: così i Paesi di Visegrád e la Russia hanno frenato il contagio da Covid-19

Così i Paesi Visegrad e la Russia hanno frenato il virus

I Paesi di Visgrad e la Federazione Russa sono spesso state oggetto di scherno e feroci critiche da parte delle democrazie liberali europee: società chiuse e sigillate da confini che avrebbero dovuto aprirsi - soprattutto ai migranti - secondo il canone politicamente corretto e progressista. Eppure, quell'atteggiamento di diffidenza nei confronti del mondo esterno, in quelle stesse nazioni si sta dimostrando vincente rispetto alla gestione del coronavirus, per contagi e numero di vittime. In Ungheria, riporta l'agenzia Nova, sono attualmente 1.458 i positivi da Covid-19, su 34.819 tamponi effettuati. In aumento anche i decessi, che a seguito della morte di dieci pazienti nelle ultime 24 ore si sono attestati a 109 totali.

Per quanto riguarda i pazienti guariti, siamo a 120. Ad oggi, riporta sempre l'agenzia Nova, in Russia nell'ultimo giorno sono stati scoperti 2.774 nuovi contagi da coronavirus in 51 regioni. I decessi nelle ultime 24 ore sono stati 22, mentre 224 hanno superato la malattia, come ha riferito il Centro operativo per il contrasto alla diffusione del contagio. Il numero totale di pazienti nel paese è aumentato a 21.102, quello dei guariti a 1.694. Il numero totale delle vittime è salito a 170. Più di 1,4 milioni sono i test ad oggi eseguiti. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato a Mosca (1.489), seguita dalla regione circostante (460) e da San Pietroburgo (121). Tra le regioni più colpite, anche Komi (97 casi) e Niznij Novgorod (68).

Ecco come i Paesi dell'est hanno frenato il contagio da coronavirus

In Polonia, come ha annunciato il ministro della Salute, Lukasz Szumowski, si verso un allentamento delle misure restrittive varate per contendere la diffusione del nuovo coronavirus, a partire da domenica 19 aprile: il Paese conta 6.934 casi di Covid-19 e 245 decessi legati al virus. Contagi decisamente contenuti anche in Slovenia (1220), e Slovacchia (855). In generale, blocco di Visegrád e la Russia sono ad oggi riusciti a contenere l'epidemia, soprattutto i primi. Numeri volutamente sottostimati? Semplice casualità? Può essere, anche se sui numeri un osservatore esterno potrebbe tranquillamente accusare anche l'Italia di "barare", dato che come ha ammesso il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, i contagi (reali) sono probabilmente dieci volte superiori a quelli ufficiali.

Quindi, qual è il segreto dei Paesi dell'est? Come spiega Libero, ripreso da Dagospia, già inizio marzo i tedeschi segnalavano fastidiose code ai confini con la Polonia, lamentandosi per l'eccesso di prudenza dei vicini. Lo stesso è accaduto in Slovenia, così come l'Ungheria ha subito accuse di ogni genere per aver chiuso le frontiere mentre da noi qualche politico ci diceva di scendere al bar e partecipare agli apericena antirazzisti. Il punto è che il cosiddetto "gruppo di Visegrád" e tutti i Paesi vicini hanno fatto esattamente l'opposto di quanto ha deciso di fare il governo Conte a febbraio, ovvero hanno reso meno accessibile il loro territorio, imponendo inoltre quarantene piuttosto rigide. E questo è avvenuto molto prima che i pronto soccorso venissero occupati da decine di malati come successo dalle nostre parti.

La situazione in Russia

In Russia, dal primo febbraio sono stati chiusi i 4.200 chilometri della frontiera terrestre tra la Cina e la Russia. Dal 20 febbraio i cinesi non possono entrare nella Federazione russa: quelli entrati prima sono stati messi in quarantena. Mosca è stato il Primo paese al mondo ad intraprendere un'iniziativa del genere. Una scelta che, col senno di poi, si è rivelata estremamente corretta e lungimirante. Come ci racconta la giornalista moscovita Daria Markova, "siamo ufficialmente in quarantena dal 1° di aprile, e ci aspettiamo un prolungamento della quarantena fino all'11 maggio. In realtà - osserva -lavoro in remoto da casa già dallo scorso 8 marzo e personalmente non vedo nessuno da due mesi. Mosca è quella che sta soffrendo di più, ma perché è la capitale e abbiamo degli aeroporti internazionali". Da domani, spiega la giornalista, "per lasciare la propria abitazione bisogna essere muniti di una carta elettronica [una sorta di autocertificazione, ndr]" dove viene specificato il motivo alla base dello spostamento. "Se devi lavorare, puoi ottenere la carta valida fino alla fine della quarantena".

Nulla a che vedere con il "modello Italia": nessun Paese al mondo ha cambiato più volte l'autocertificazione come da noi, ma questo è uno dei "record" del governo Conte.

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