Guerra in Ucraina

"Quelle ferite ci dicono cosa usano i russi": i sospetti dei medici

Dagli ospedali ucraini ci sono evidenze di utilizzo di armi chimiche da parte dei russi, non letali ma capaci di compromettere seriamente la salute dei soldati

"Quelle ferite ci dicono cosa usano i russi": i sospetti dei medici

La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina è quasi arrivata al giro di boa del terzo mese. Una durata imprevedibile e inaspettata che ha lasciato sul campo di battaglia migliaia di morti, molti dei quali civili. Ancora di più sono i feriti che giungono ogni giorno negli ospedali ucraini. Su alcuni di loro sono in corso indagini conoscitive per determinare le cause e raccogliere prove sull'utilizzo di armi chimiche da parte dei russi. A parlarne senza troppi giri di parole è stato il dottor Alexei Yakovlenko, medico del più grande ospedale di Kramatorsk, che al Corriere della sera ha raccontato la situazione che si vive in tutte le strutture di ricovero del Paese.

"Inizialmente rilevavamo per lo più ferite da pallottole. Ma da circa due settimane prevalgono le lacerazioni da esplosioni, dunque schegge e concussioni gravi a causa degli spostamenti d'aria. I russi ormai combattono prevalentemente da distanza, utilizzando artiglierie, missili di media gittata e lanciarazzi di tipo Grad", ha spiegato Yakovlenko. Per il momento, se da una parte gli apparati militari sono cauti sul muovere accuse ai russi, Volodymyr Zelensky si è detto pronto a portare la questione davanti al tribunale dell'Aia. Dai canto suo, invece, il medico parla di quanto vede quotidianamente nelle corsie del suo ospedale: "Abbiamo il forte sospetto che l'esercito russo stia sperimentando qualche tipo di arma chimica, forse non letale, però in grado di mettere fuori combattimento per lungo tempo i nostri soldati al fronte".

In particolare, Alexei Yakovlenko ha raccontato che nelle ultime settimane sono arrivati nel suo ospedale soldati che presentavano forti crisi respiratorie e intestinali, oltre a gravi spasmi muscolari. La maggior parte di loro proveniva da Izyum e quei sintomi sembrano legati ai recenti bombardamenti messi in atto dai russi. Nessuno di loro è morto ma il quadro clinico generale è apparso gravemente compromesso: "Ci siamo resi conto che potevano essere curati con iniezioni di Atropina, il farmaco a cui in genere si ricorre contro gli effetti delle armi chimiche. Dalle prime analisi qui in laboratorio ci è sembrato che i russi avessero utilizzato armi non convenzionali di tipo nuovo, che mischiavano fosfati e gas organici". Proprio a seguito delle segnalazioni provenienti dagli ospedali ucraini, il ministero della Difesa ha disposto l'adozione di maschere antigas tra le dotazioni dei militari.

Lo spettro dell'attacco chimico si aggira anche sull'impianto siderurgico di Azovstal, una strada che i russi potrebbero intraprendere per stanare gli ultimi combattenti rimasti all'interno dell'acciaieria.

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