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Crimea, in carcere tutti i marinai ucraini. Kiev protesta: "Detenzione illegale"

Resteranno in carcere fino al 25 gennaio tutti e 24 i militari ucraini che si trovavano a bordo delle imbarcazioni sequestrate dai militari russi domenica nelle acque del Mare d'Azov. La replica di Kiev: "Detenzione illegale"

Crimea, in carcere tutti i marinai ucraini. Kiev protesta: "Detenzione illegale"

Tutti e 24 i marinai che si trovavano sulle tre navi ucraine sequestrate al largo delle coste della Crimea rimarranno in carcere fino al prossimo 25 gennaio. È la decisione dei tribunali di Kerch e Sinferopoli che, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Interfax, hanno disposto l’arresto preventivo di tutto l’equipaggio, compresi i comandanti delle imbarcazioni e i tre feriti che si trovano attualmente in ospedale.

Ieri a finire in manette con l’accusa di “attraversamento illegale dei confini con l’uso o minaccia della forza” erano stati quindici dei 24 militari di Kiev che si trovavano a bordo delle navi che domenica si sono scontrate con le forze armate russe nello stretto di Kerch. Immediata la replica di Kiev che denuncia la "detenzione illegale" dei membri dell'esercito ucraino. "Abbiamo ripetuto la richiesta categorica ai russi di rilasciare immediatamente i cittadini catturati e assicurare il loro ritorno in patria in sicurezza", si legge in un comunciato diffuso dal ministero degli Esteri ucraino, che ha già inoltrato una nota di protesta al ministero degli Esteri di Mosca.

Intanto, sulla scia dell’incidente di domenica la difesa russa ha rafforzato il proprio dispositivo anti-aereo nella penisola che si affaccia sul Mar Nero. Secondo i media locali un’unità del sistema di difesa missilistico S-400 è pronta ad essere schierata in Crimea e, secondo gli esperti, potrebbe raggiungere anche parte del territorio ucraino. Sulla vicenda, nel pomeriggio di mercoledì è intervenuto anche il presidente russo Vladimir Putin, che ha difeso i militari intervenuti nelle acque tra il Mar Nero e il Mare d’Azov. “Stavano svolgendo il loro dovere militare – ha detto il capo del Cremlino - stavano svolgendo le loro funzioni in piena legalità per proteggere i confini della Russia".

Nonostante la tensione non accenni ad abbassarsi, sempre secondo il Cremlino, resterebbe in programma il vertice bilaterale tra Putin e il presidente americano Donald Trump, previsto per venerdì prossimo a margine del G20 in Argentina. Anzi, da Mosca replicano alle dichiarazioni del presidente americano che aveva minacciato di cancellare l’incontro, ribadendone "l'importanza per gli sviluppi della situazione complessiva nel mondo".

Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera del Cremlino, ha definito il faccia a faccia "utile per entrambe le parti".

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