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Dalle nuove riforme all’economia: Tokayev disegna il futuro del Kazakhstan

Nel corso di una lunga intervista il presidente del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev ha delineato i prossimi traguardi da raggiungere

Dalle nuove riforme all’economia: Tokayev disegna il futuro del Kazakhstan

Nuove riforme politiche ed economiche, le relazioni con Russia, gli effetti delle sanzioni economiche e il futuro di istituzioni come l’Organizzazione del Trattato per la sicurezza collettiva (CSTO) e l’Unione economica eurasiatica (EEU). Questi sono soltanto alcuni dei temi toccati dal presidente del Kazakhstan, Kassym-Jomart Tokayev, nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente Russia 24.

La strada delle riforme

Per quanto riguarda il tema delle riforme politiche, Tokayev ha osservato che la formula che era fin qui stata applicata in Kazakhstan ("prima l’economia, poi la politica") si è esaurita. Il Paese, adesso, è nel bel mezzo di una grande trasformazione politica, come dimostrato dal recente referendum che ha massicciamente modificato la Costituzione. "Dobbiamo continuare la nostra trasformazione politica, perché è una richiesta molto grande da parte della società", ha spiegato il presidente. Ricordiamo che il Kazakhstan ha avviato una transizione da un sistema superpresidenziale ad uno con "un presidente forte, un parlamento influente e un governo responsabile".

A detta di Tokayev, il Kazakistan deve abbandonare completamente il sistema oligarchico, sia nell'economia che nella politica. "Dobbiamo allontanarci dal favoritismo nella distribuzione dei cosiddetti “bocconi succosi” nell'economia. Ci dovrebbe essere giustizia sociale in Kazakistan con "sollevamenti sociali" che devono iniziare a funzionare", ha sottolineato il leader.

Tokayev si è quindi soffermato sul recupero dei beni rubati. In Kazakhstan è stata infatti istituita una commissione interdipartimentale ad hoc. "Beni colossali sono stati sottratti all'estero e dovrebbero essere restituiti al popolo del Kazakhstan. Capisco che questo non può essere fatto entro un giorno o due. Potrebbero volerci anni, ma questo lavoro deve essere fatto", ha chiarito il presidente.

Investimenti esteri

Capitolo investimenti esteri. Se all’inizio degli anni ’90 il Kazakhstan era una terra tutta da scoprire per gli investitori stranieri, adesso lo scenario è ben diverso. "I primi ad entrare nel nostro mercato sono stati gli americani, la Chevron. In collaborazione con lo stato, la società ha privatizzato il più grande giacimento petrolifero dell'ovest del nostro paese. I petrolieri lo chiamano il "diamante della corona del Kazakistan", ha aggiunto Tokayev, specificando che gli americani lavorano con successo.

I termini di tale contratto sono però stati firmati in concomitanza con gli standard degli accordi di investimento relativi a quel particolare periodo storico. "Cambiare ora le regole del gioco sarebbe ovviamente anormale, forse anche assurdo dal punto di vista degli interessi a lungo termine del Kazakhstan. Allo stesso tempo, dovrebbe certamente avvenire una correzione, ed è su questo che stiamo lavorando con attenzione", ha specificato il leader kazako.

Il "colpo di stato" di gennaio

Il presidente Tokayev ha descritto gli eventi di gennaio come "un tentativo di colpo di stato, un attacco alle istituzioni statali del Kazakhstan", nonché un tentativo di "rimuovere il capo di stato dalla sua posizione". Secondo lo stesso Tokayev, "l'intera situazione era gestita da professionisti esperti". "Durante questi tragici eventi, sono state rubate circa 3.000 armi da fuoco" e "una squadra investigativa interagenzia sta ora lavorando duramente per scoprire tutti i dettagli" ha aggiunto. Sebbene non avesse intenzione di lasciare il Paese, a Tokayev era stato suggerito di "salire su un elicottero o su un aereo e lasciare il Kazakhstan". Ipotesi scartata. "Credevo di dover rimanere fino alla fine con la mia gente", ha tuonato Tokayev.

Il presidente ha quindi evidenziato che è sbagliato "trasformare in eroi nazionali coloro che sono stati coinvolti in omicidi, rapine e hanno effettivamente sfidato le fondamenta del nostro stato". "Attualmente solo 26 persone hanno ricevuto condanne con la reclusione effettiva. Tutti gli altri casi sono sotto inchiesta. La portata senza precedenti della tragedia rende abbastanza difficile affrontarla in breve tempo", ha chiarito, aggiungendo che gli agenti di polizia "che hanno infranto la nostra legge sono stati ritenuti penalmente responsabili".

Le sanzioni e la Russia

Tokayev ha chiarito che tutte le voci secondo cui il Kazakhstan lascerà l'EEU e la CSTO sono infondate. Riferendosi al dispiegamento della CSTO di un contingente di 2.000 uomini all'inizio di gennaio, il presidente ha affermato che "alcuni stravolgono l'intera situazione, affermando che la Russia avrebbe salvato il Kazakhstan, e che ora il Kazakhstan dovrebbe servire e inchinarsi ai suoi piedi".

"Credo che questo sia un ragionamento del tutto ingiustificato, lontano dalla realtà. All'inizio abbiamo convenuto che la forza CSTO non si sarebbe impegnata in azioni di combattimento. Non un solo colpo è stato sparato dal contingente CSTO che è rimasto in Kazakhstan per non più di dieci giorni.

È stata una dimostrazione della nostra unità regionale in quella situazione molto difficile", ha detto Tokayev. Sul tema delle sanzioni contro la Russia, il presidente kazako ha sottolineato che "le sanzioni sono sanzioni" e che il Kazakhstan non intende violarle.

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