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Dite addio alle cheerleaders. È la follia del politically correct

Cheerleaders addio: il team di Washington, guidato da un ex consulente di McKinsey, le ha sostituite con un corpo di ballo "misto", fatto di uomini e donne.

Dite addio alle cheerleaders. È la follia del politically correct

Anche il Football americano si adegua ai dogmi del politicamente corretto e della "società inclusiva". A supportare i giocatori del Washington Football Team, squadra del football americano fino a poco tempo fa nota come Washington Redskins, non ci saranno infatti più le cheerleaders - le ragazze che durante le partite guidano il tifo degli spettatori con le loro coreografie - ma un "dance team", un gruppo di ballo aperto a uomini e donne. Il politicamente corretto poteva forse tollerare delle belle ragazze ballare a bordo campo in un partita guardata - e giocata - da uomini? Assolutamente no, come direbbe una qualunque femminista progressista, è un intollerabile simbolo della società patriarcale, da sradicare. Come ricorda La Repubblica, è il nuovo corso della società un tempo simbolo del conservatorismo americano che di recente ha anche cambiato nome abbandonano "Redskins" (pellerossa), all'indomani delle proteste scatenate dalla morte dell'afroamericano George Floyd.

Simbolo e fautore del nuovo corso politically correct è Jason Wright, 38 anni, chiamato alla presidenza della squadra lo scorso agosto e primo afroamericano nella storia della lega football in quel ruolo. Ex giocatore, è stato consulente della McKinsey, società internazionale di consulenza manageriale ora consulente anche del governo Draghi per la stesura del Recovery plan. È stato proprio Wright a decidere di sciogliere, dopo 50 anni di carriera, le "First Ladies of Football", il gruppo delle "storiche" cheerleaders degli ex Redskins. Come riporta l'Espn, il team aveva annunciato il mese scorso che il programma delle cheerleaders era stato sospeso mentre si decideva quale direzione avrebbe preso la società, intenzionata a mettere in atto un "rebranding". Petra Pope, assunta dal team come consulente per modificare l'intrattenimento durante le partite, ha detto che l'obiettivo è creare un qualcosa di più "moderno". "Con questa decisione arrivano inclusività e diversità", ha spiegato Pope. "Il mio desiderio è creare una squadra che sia tutto questo, inclusiva".

La capitana della squadra di cheerleaders, Candess Correll, ha messo in dubbio con un video pubblicato su Twitter la logica di questo assurdo cambiamento. In una nota, il presidente Wright ha spiegato che la squadra voleva un intrattenimento simile a quello della Nba. Pope, infatti, ha lavorato 33 anni nella Nba, nei Los Angeles Lakers come manager delle Laker Girls. Ha anche fondato i Knicks City Dancers e lavorato per i New Jersey Nets come consulente. Le cheerleaders, tuttavia, non sono solo uno strumento accessorio: sono la storia e l'anima del football americano. Washington ha iniziato a impiegare le cheerleaders nel 1962 e queste hanno rappresentato la squadra a livello locale e in tutto il mondo, anche nelle basi militari.

Ora quel pezzo di storia dello sport fa spazio a una modernità forse più "inclusiva" ma sicuramente più anonima.

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