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Francia, ora Le Pen ci crede. L'ex premier rivela: "Può vincere"

Secondo gli ultimi sondaggi la leader del Rassemblement National avrebbe soltanto 5 punti di distacco da Macron. L'ex premier Philippe a Le Parisien: "Le Pen? Può vincere"

Francia, ora Le Pen ci crede. L'ex premier rivela: "Può vincere"

Il prossimo 24 aprile in Francia potrebbe andare in scena una riedizione del duello del 2017 tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. I rapporti di forza tra i due contendenti, però, oggi sono cambiati. In questi cinque anni la leader del Rassemblement National ha continuato l’opera di "dédiabolisation" di sé stessa e del suo partito. E potrebbe essere riuscita pure nell’impresa di convincere almeno una fetta di quel 25 per cento di francesi indecisi che alle ultime presidenziali scelse di non presentarsi alle urne.

Da settimane i sondaggi la danno in ascesa. E secondo i più recenti, come quello realizzato da Elabe per L’Expresse e Bfmtv, tra la leader sovranista e il capo dell’Eliseo ci sarebbero soltanto 5 punti di distacco. Se si arrivasse al secondo turno, infatti, secondo la rilevazione, Le Pen otterebbe il 47,5 per cento dei voti contro il 52,5 per cento di Macron. All’inizio di marzo la distanza nelle intenzioni di voto era nettamente più marcata: 61 per cento per il presidente in carica, 39 per cento della leader del RN. Insomma, se è vero che una riconferma dell’attuale inquilino dell’Eliseo viene data quasi per certa, è vero anche che stavolta quella di Macron potrebbe non essere una vittoria schiacciante.

Il nome di Marine Le Pen non è più un tabù. E a pronunciarlo nelle interviste realizzate dai sondaggisti sono ormai anche gli elettori tradizionalmente legati alla destra gollista, che sarebbero pronti a votarla se arrivasse al secondo turno. A far emergere questo dato è un’altra rilevazione recente, quella realizzata da Ifop-Fiducial. Il meccanismo è quello del "voto utile" che sta facendo crescere nei sondaggi Jean Luc Melenchon, candidato della France Insoumise, dato al 15 per cento, dietro ai due principali sfidanti. Con la tripartizione della destra francese, divisa tra lepenisti, repubblicani e seguaci di Eric Zemmour, i voti finirebbero per convergere sul candidato "messo meglio", che nel caso specifico sembra essere la leader del Rassemblement National.

Non a caso Le Pen ha iniziato a rivolgersi sempre più insistentemente ai sostenitori del giornalista, storica firma di Le Figaro. "Spero che gli zemmouriani si uniscano a noi a un certo punto, perché so che sono dei patrioti e tra Emmanuel Macron, che è un mondialista, e me, che sono una patriota, bisognerà fare una scelta", ha detto la presidente del RN in una recente intervista. Non è mancata neppure la stoccata alla nipote, Marion Maréchal, che ha scelto di appoggiare proprio Zemmour. "È uno spreco di forze, spero che capirà di essersi sbagliata e che tornerà a combattere con coloro che hanno la capacità di agire davvero", ha detto in un’intervista alla Reuters, parlando di governo di "unione nazionale" per "preservare la Francia, per rafforzarla e per ridare al popolo il controllo del suo destino".

Le Pen è convinta anche di avere dalla sua il "fronte repubblicano". "Ci sono decine di milioni di francesi che hanno sofferto e non sono pronti a dare la possibilità a Macron di essere eletto di nuovo e di aggravare gli effetti della politica portata avanti in questi anni", ha affermato. La leader sovranista, con i sondaggi che la incoraggiano, stavolta sembra crederci davvero. Le ultime rilevazioni, in effetti, hanno iniziato a creare scompiglio anche tra i macronisti. Secondo l’ex premier Edouard Philippe, intervistato da Le Parisien, una vittoria di Le Pen non sarebbe da escludere. Anche il presidente, alle prese con le tensioni internazionali, durante un incontro elettorale nello Charente Maritime, nella Francia occidentale, ha detto di non "banalizzare" il "tandem di estrema destra" Le Pen-Zemmour.

Negli ultimi giorni anche il candidato ultraconservatore, attualmente all’11 per cento nelle intenzioni di voto, ha teso una mano alla leader del RN, parlando della possibilità di tenere incontri comuni dopo il 10 di aprile, in vista del secondo turno. Per ora, però, soltanto nel caso in cui fosse lui ad andare al ballottaggio. Il dato di fatto, al netto del vantaggio che Macron continua a mantenere nelle intenzioni di voto, è che il baricentro del Paese sembra essersi spostato decisamente verso destra.

Secondo un’analisi dello scorso ottobre almeno il 56 per cento dei francesi sarebbero stati orientati a votare per un candidato conservatore alle prossime presidenziali, contro il 34 per cento di potenziali elettori di sinistra.

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