Il colonnello Abdul Hamid Hamidi è seduto a terra a gambe incrociate, impolverato e disarmato. I talebani lo hanno appena catturato e nel video che stanno facendo girare si sentono le raffiche di mitra dei combattimenti nei dintorni. Gli uomini della sua scorta sono inginocchiati, nella polvere, con le mani legate dietro la schiena. Hamidi era il comandante della prima brigata dell’esercito afghano ad Herat, il capoluogo provinciale da dove il contingente italiano si è ritirato un mese fa. I talebani lo hanno brutalmente giustiziato e sabato si sono svolti i funerali militari nella terza città del paese sotto attacco dalla scorsa settimana. Gli estremisti islamici stanno intensificando l’offensiva stringendo la morsa anche attorno a Lashkar Gah, capoluogo della provincia di Helmand, che rischia di cadere e Kandahar, la “capitale” spirituale dei seguaci di mullah Omar nel sud del paese.
“Sono arrivati rinforzi da Kabul, ma i talebani stanno penetrando in città da tre direzioni soprattutto il distretto 7 e 10. Chi ha lavorato, come me con il contingente italiano, è condannato a morte certa se conquisteranno Herat” racconta al Giornale via whatsapp uno dei nostri interpreti, che abbiamo lasciato indietro. Almeno una ventina, che hanno chiesto da fine maggio di essere messi in salvo, sono bloccati nella zona di Herat assieme ad altri collaboratori afghani.
“L'Italia deve agire subito e accelerare le operazioni di evacuazione promesse Abbiamo l'obbligo morale di tutelare chi ha rischiato la propria vita lavorando al nostro fianco. Dimostriamo che non si è trattato di fuga e abbandono” è l’appello del deputato Guido Germano Pettarin di Coraggio Italia. A Kabul sarebbe giunto personale dall’Italia di rinforzo alla nostra sede diplomatica per gestire più velocemente le pratiche e le operazioni di evacuazione. Alcuni collaboratori afghani sono stati contattati dall’ambasciata per il prossimo volo di evacuazione nella prima metà di agosto, ma Herat è tagliata fuori con l’aeroporto chiuso alle compagnie civili. Ieri è atterrato un aereo di trasporto militare con qualche centinaio di uomini dei corpi speciali giunti in rinforzo dalla capitale. Lo scalo si trova a fianco di Camp Arena, l’ex quartier generale italiano a 500 metri dagli scontri. La strada che porta al centro viene ripetutamente tagliata dai talebani.
“Ci sono scontri nei sobborghi meridionali e sudorientali della città - ha dichiarato il governatore Abdul Saboor Qani in tenuta da combattimento - Le forze di sicurezza afghane e di resistenza (le milizie anti-talebane del leggendario Ismail Khan nda) stanno combattendo per respingere i talebani. Abbiamo fatto del nostro meglio per proteggere la popolazione, ma il nemico ha preso posizione nelle case private. Ci muoviamo con prudenza per evitare perdite tra i civili”. Il fronte più caldo è sul ponte Malan, uno dei punti di attraversamento del fiume a sud della città, secondo la tv afghana Tolo news.
I talebani minacciano 17 dei 34 capoluoghi provinciali afghani cercando di interrompere le vie di comunicazione e bloccare gli aeroporti. Tre razzi sono stati lanciati sullo scalo di Kandahar, seconda città del paese con 600mila abitanti interrompendo i voli civili. L’offensiva dell’ultima settimana si sta concentrando su Lashkar Gah, che potrebbe essere il primo capoluogo provinciale a cadere. Emergency gestisce uno storico ospedale in città. ”Ci sono stati combattimenti molto pesanti. Abbiamo sentito bombardamenti per tutta la notte e al mattino, oltre al fuoco di armi, mitragliatrici, cecchini e artiglieria” ha raccontato Viktor Urosevic, il coordinatore medico. L’ospedale ha rischiato il collasso per l’arrivo di feriti e moribondi.
“In questo momento siamo pieni al 90% - ha spiegato - e accettiamo solo i casi più gravi”. Secondo i residenti la caduta della città, circondata dai talebani da quattro lati, è questione di ore o giorni. Solo il centro sarebbe ancora in mano ai governativi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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