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Hamas alza il tiro: "Non volate su Tel Aviv". Aeroporto Ben Gurion nel mirino

Hamas rivendica il lancio di quattro razzi sullo scalo Ben Gurion. Intanto si aggrava il bilancio delle vittime per i raid sulla Striscia di Gaza. L'Onu chiede una tregua

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Un avvertimento sinistro viene lanciato da Hamas alle linee aeree di tutto il mondo: sospendete i voli per Tel Aviv. Mira ad accrescere il terrore cercando di isolare - e quindi danneggiare - Israele. In un comunicato le Brigate Ezzedin al-Qassam (braccio militare di Hamas) rivendicano il lancio di quattro razzi sull’aeroporto Ben Gurion (intercettati dal sistema antimissile). Dal testo viene lasciato intendere che potrebbe essere preso di mira ancora in futuro. Il messaggio, riporta Ynet news, è rivolto "a tutte le compagnie aeree straniere con voli verso l’entità sionista", e chiede di "fermare i voli alla luce dei pericoli che circondano l’aeroporto a causa della guerra". Fino ad ora gli effetti della minaccia sono stati minimi: solo due voli per Tel Aviv sono stati annullati (dalla Air France e dalla compagnia polacca Lot). Un responsabile delle autorità per i voli civili, Ghiora Rom, ha precisato che da tre mesi gli atterraggi e i decolli dello scalo Ben Gurion avvengano mediante un corridoio aereo che si trova a nord di
Tel Aviv, ed è dunque più sicuro, sulla carta, dai minacciati attacchi di Hamas.

Intanto le ostilità non si placano. "Siamo pronti a combattere per mesi", dice uno dei dirigenti ddi Hamas, Mahmud a-Zahar, in un’intervista telefonica ad un'emittente di Gaza. "Stiamo scrivendo una nuova pagina, e il nemico dovrà sottoscriverla", ha tuonato il dirigente di Hamas, chiarendo che un eventuale cessate il fuoco dovrà rispettare le condizioni imposte da Hamas: fra queste, la rimozione del blocco di Gaza e la liberazione dei suoi membri arrestati il mese scorso in Cisgiordania.

Nella notte, intanto, sono proseguiti i raid aerei di Israele sulla Striscia: uno su Rafah, che aveva per obiettivo la casa di un esponente della Jihad islamica, ha causato cinque vittime e 15 feriti. In un’altra incursione aerea ha perso la vita Anas Abu al Kass, 33 anni, colpito nella sua abitazione di Tel el Hawa, a Gaza. Dall’inizio dell’offensiva israeliana, più di 95 persone sono morte nella Striscia. Oltre seicento i feriti. Nonostante ciò non si ferma il lancio di razzi palestinesi contro Israele. Secondo l’esercito israeliano, circa 180 razzi sono stati lanciati ieri da Gaza verso lo Stato ebraico: 44 sono stati intercettati dal sistema antimissile Iron Dome.

A Gaza Hamas nasconderebbe i razzi nelle scuole. Lo sostiene il portavoce militare israeliano in un comunicato in cui informa di aver attaccato ieri una base di addestramento militare approntata accanto ad una scuola di Gaza. All’interno dell’istituto scolastico, secondo il portavoce, ci sono razzi e nelle sue immediate vicinanze c’è l’imboccatura di un tunnel "adibito a fini terroristici".

Proseguono intanto gli sforzi diplomatici per porre fine alle ostilità. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, aprendo una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza, ha lanciato un appello per una tregua, sottolineando che "una volta ancora, i civili palestinesi sono stretti tra l’irresponsabilità di Hamas e la risposta dura di Israele". Ban ha condannato il lancio di razzi da parte di Hamas e la Jihad Islamica contro Israele, definendo al contempo intollerabile "l’uso eccessivo della forza" che "mette in pericolo le vite dei civili". "La preoccupazione primaria" è la sicurezza e il benessere dei civili, ha ricordato il segretario generale. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha però fatto sapere però che un cessate il fuoco "non è in agenda" e il suo ministro della Difesa, Moshe Yaalon, ha avvertito che i raid proseguiranno: "Continueremo ad attaccare Hamas e le altre organizzazioni terroristiche sistematicamente e finché ne varrà la pena. Non tollereremo alcun altro razzo contro le nostre comunità e i nostri cittadini".

Barack Obama ha rotto il suo silenzio e ha telefonato a Netanyahu. Si è detto "preoccupato del rischio di un’ulteriore escalation", ed ha ribadito al premier il sostegno Usa all’alleato israeliano ed il suo "diritto di difendersi" dal «continuo lancio di razzi ad opera di Hamas ed altre organizzazioni terroristiche". Obama, si legge in una comunicato della Casa Bianca, ha ribadito che "gli Usa sono pronti a facilitare la cessazione delle ostilità,

538em;">inclusa (l’opzione) di ritornare all’accordo di cessate il fuoco (raggiunto nel) novembre del 2012", data dell’ultimo intervento militare israeliano contro Hamas.

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