A Gerusalemme si fa il premier. Le consultazioni partono oggi

Prima i partiti che hanno ottenuto più voti, poi tutti gli altri. E già si litiga per una poltrona da ministro

A Gerusalemme si fa il premier. Le consultazioni partono oggi

I giochi si riaprono oggi. Risultati elettorali alla mano, per Israele è il momento di scegliere il prossimo primo ministro. E se la costituzione almeno in teoria consente a uno qualsiasi dei 120 membri eletti della Knesset di occupare quel ruolo, sul fatto che il premier sarà ancora Benjamin Netanyahu di dubbi non ce ne sono.

Il Likud è uscito ringalluzzito da elezioni sul cui risultato nessuno che avesse letto i sondaggi era pronto a scommettere, se non altro per il testa a testa che per lungo tempo si è giocato con il centrosinistra di Unione Sionista, che ha poi chiuso sotto di sei seggi.

La coalizione guidata da “Buji” Herzog e Tzipi Livni si presenta alle consultazioni con il presidente della Repubblica impegnata in una ricerca del proprio potenziale perduto. Shelly Yachimovic, ex numero uno dei laburisti, è convinta che l’opzione di un governo di coalizione - inizialmente proposto proprio dal capo dello Stato - non sia pensabile. E d’altra parte Netanyahu ha in mente ben altro.

Servono 61 seggi, ad andare stretti, per governare. E se da solo il Likud ne può mettere sul piatto trenta, ne mancano ancora più della metà. Numeri che con tutta probabilità verranno dalla Casa Ebraica di Bennett e dagli ex likudnik di Moshe Ya'alon, entrambi già ministri nel governo precedente. Non basta ancora e dunque la campagna acquisti di Bibi dovrebbe puntare sugli ultra-ortodossi di Shas e su United Torah Judaism. Infine Yisrael Beytenu.

A sentire la stampa israeliana, al momento è proprio quest’ultima formazione a essere in bilico. Se a livello ideale il partito starebbe comodo in una coalizione di destra, il suo leader, Avigdor Lieberman, punta i piedi e vuole un posto alla Difesa, che Netanyahu non sarebbe disposto a concedergli.

Stando a quanto detto da Channel 2, il premier vorrebbe mantenere intoccate Difesa (Ya’alon), Esteri (Lieberman) ed Economia (Bennett). Ad Aryeh Deri, leader dello Shas, potrebbero essere affidati gli Interni. Un’ipotesi che non piace per niente all’ex ministro delle Finanze Lapid (11 seggi e con tutta probabilità diretto all’opposizione), che ha ricordato come nel passato di Deri ci sia una storia di corruzione, chiedendo a Netanyahu di non affidargli incarichi di primo piano.

Le consultazioni inizieranno oggi con i partiti che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Prima il Likud, poi Unione Sionista esporranno al presidente il loro punto di vista.

Dopo di loro i partiti arabi, che presentandosi con una lista unita si sono affermati come la terza forza del Paese. Sfileranno poi tutti gli altri, tra oggi e lunedì. A Rivlin il compito (formale, se non altro) di indicare l’uomo che guiderà il governo nei prossimi anni.

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