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Grecia, l'isola di Samo è al collasso: "Troppi migranti. I turisti scappano"

Le autorità di Samo hanno accusato il premier Tsipras di avere "abbandonato" l’isola, non avendo attuato alcuna strategia per rafforzarne la sicurezza

Grecia, l'isola di Samo è al collasso: "Troppi migranti. I turisti scappano"

In Grecia, l’emergenza migranti sta sempre più conducendo verso il “collasso economico” l’isola di Samo, situata nell’Egeo orientale a poca distanza dalla costa turca. Secondo gli abitanti dell’atollo, i continui arrivi di richiedenti asilo partiti dall’Anatolia starebbero spingendo i turisti a “fuggire in massa” dalla località turistica.

A Samo, spiega il quotidiano ellenico I Kathimerini, le paure dei residenti e dei visitatori stranieri sarebbero alimentate dalla presenza di un grande campo-profughi, ubicato nei pressi di Vathy, ex capoluogo dell’isola e attualmente principale centro abitato della stessa. La struttura in questione, realizzata nel 2016 al fine di ospitare i migranti in fuga dal Medio Oriente, si è in breve tempo trasformata in un ambiente sovraffollato e degradato, tanto da essere ormai soprannominato dai locali “la giungla”.

Progettato per accogliere non più di 650 individui, il campo, ad oggi, presenterebbe, a detta dell’organo di informazione, circa “4mila richiedenti asilo”, mentre ben 1500 sarebbero finora “fuggiti” da lì senza lasciare traccia. Le condizioni igienico-sanitarie nell’ambiente ricettivo, prosegue il giornale ellenico, sarebbero “raccapriccianti”, in quanto “topi e serpenti” prolifererebbero in ogni angolo del centro-profughi. Per ogni soggetto accolto a Vathy, l’esecutivo nazionale spenderebbe circa 90 euro, percepiti direttamente dai migranti.

La vicinanza dei centri abitati e delle località balneari con tale struttura, popolata in prevalenza da individui originari della Siria, dell’Iraq e dell’Afghanistan, si starebbe traducendo in una crescente esasperazione degli isolani e dei turisti: “Quel campo”, ha tuonato davanti ai cronisti del quotidiano un’insegnate del posto, “è una vergogna. I migranti stanziati lì non vengono minimamente controllati e girano indisturbati per tutta Samo, abbandonandosi all’ubriachezza e importunando i passanti. I visitatori stranieri stanno letteralmente scappando da qui e noi residenti non ce la facciamo più a convivere con i profughi”. Sempre in base a quanto riporta I Kathimerini, numerosi commercianti isolani, giunti al culmine dell’insofferenza, avrebbero addirittura “vietato” l’ingresso nei rispettivi negozi ai soggetti di origini mediorientali.

La rabbia della popolazione e il disagio dei turisti sono stati quindi segnalati con forza al governo di Atene dal sindaco dell’atollo dell’Egeo orientale, Michalis Angelopoulos.

Quest’ultimo, in passato acceso sostenitore del “dovere dell’accoglienza dello straniero”, ha ultimamente denunciato all’esecutivo Tsipras, tramite le colonne del quotidiano, il “collasso economico” in corso nella sua comunità, derivante appunto dalla contrazione delle prenotazioni di visitatori stranieri, e, contestualmente, ha presentato lo stato d’animo dei suoi concittadini come “incollerito” e prossimo a dare vita a un’“insurrezione popolare”. Sempre mediante l’organo di informazione, Angelopoulos ha biasimato il premier greco per avere “letteralmente abbandonato” Samo, ritardando l’invio di nuovi agenti di polizia incaricati di rafforzare i controlli intorno al campo-profughi di Vathy e bloccando i finanziamenti promessi per migliorare la dotazione infrastrutturale dell’atollo.

L’allarme e le accuse lanciati dal primo cittadino hanno subito indotto Alexis Haritsis, ministro dell’Interno, a garantire alla comunità dell’Egeo orientale un “aiuto immediato”. L’esponente di Syriza, ai microfoni della tv pubblica Ert, ha infatti annunciato il rafforzamento del presidio di polizia a Samo e lo stanziamento di fondi aggiuntivi vincolati a sviluppare l’assetto viario della località turistica.

Egli ha poi dichiarato di volere convincere Tsipras ad avviare immediatamente “contatti con la Turchia” per persuadere Ankara a "bloccare con maggiore impegno" i flussi di migranti diretti verso le isole elleniche.

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