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I giocatori del Saint Louis protestano per Ferguson

Ora la polizia chiede alla squadra di punire i cinque protagonisti della protesta: "Vogliamo le scuse"

I giocatori del Saint Louis protestano per Ferguson

Le braccia alzate in segno di resa. È il gesto simbolo della protesta di Ferguson per l’uccisione di Mike Brown. La scorsa notte anche cinque giocatori del Saint Louis hanno voluto unirsi alle proteste prima dell’inizio del match. Una presa di posizione che non solo ha mandato su tutte le furie i poliziotti presenti, che adesso pretendono le scuse da parte della squadra di football, ma ha anche scatenato un coro di fischi dagli spalti gremiti di tifosi.

"Credo che si debba avere un cambiamento, a prescindere da quello che è successo quel giorno e come sia andata a finire la vicenda", ha dichiarato Jared Cook, uno dei cinque giocatori afroamericani che hanno deciso di protestare contro la decisione del grand jury di non incriminare Darren Wilson, l’agente bianco che il 9 agosto scorso uccise il 18enne afroamericano che era era disarmato e, sostengono alcuni testimoni, con le mani in alto. "Non siamo potuti andare a Ferguson perché siamo impegnati, senza contare che lì è abbastanza pericoloso - ha aggiunto il giocatore - così abbiamo voluto mostrato in questo modo il nostro rispetto per le proteste e le persone che stanno facendo un lavoro straordinario in tutto il mondo".

La protesta iscenata dai cinque giocatori di football, ispirata allo slogan del movimento "Hands up, don’t shoot", non è piaciuta per niente alla polizia di Saint Louis che ora chiede che si adottino misure disciplinari da parte della squadra e le scuse pubbliche da parte della Nfl.

Per i poliziotti, la protesta è "offensiva e destinata ad infiammare gli animi" dal momento che ignorando "la montagna di prove" presentate a sostegno della decisione del Gran giurì.

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