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Adesso parla la cecchina: "Gli sparano il colpo di grazia..."

La più famosa cecchina ucraina, Julia, racconta la sua esperienza in guerra che dura ormai da un mese. "I soldati russi sono tantissimi ma impauriti, appena possono scappano..."

Adesso parla la cecchina: "Gli sparano il colpo di grazia..."

Non credeva che la guerra sarebbe potuta diventare realtà ma si è dovuta ricredere. "Ma va, non sono stati capaci di controllare la Cecenia, figurarsi l'Ucraina che è gigantesca", è quanto affermata un mese fa esatto, all'alba del conflitto, la cecchina più conosciuta d'Ucraina, Julia, in un'intervista al Correre della Sera. Adesso che la realtà è ben diversa da quella sperara, i soldati russi sono tantissimi, paragonabili "agli orchi dei videogiochi dei miei figli. Più ne eliminiamo e più ne arrivano".

La mamma-cecchina

Rispetto a Donbass 2014, ovviamente, questo è un altro tipo di conflitto soprattutto per la quantità di scontri. Mamma di tre figli, il marito è in combattimento al suo fianco mentre i ragazzi stanno con la madre e il "bancomat", sempre a portata di mano per qualsiasi evenienza. Con la sua arma, un Savash calibro 300, Julia è impegnata ad abbattere i nemici centrandoli da distanze anche di tre chilometri. "Cerchiamo di fare più missioni possibile, ma dobbiamo anche riposare. Ho preso servizio il secondo giorno di bombardamento", spiega. Per quanto siano provati e abbiano enormi difficoltà, i russi "sono troppi" da riuscire a interrompere in qualche modo il loro accerchiamento.

"I soldatini sono impauriti"

Quando il quotidiano italiano ha chiesto alla cecchina come fosse organizzato l'esercito russo, nonostante la mole di forza su cui possono contare, la loro superiorità non si nota se non per la quantità di soldati, il numero, ma per l'organizzazione i russi sembrano una banda allo sbaraglio. "Hai presente un gran signore dopo che è stato rapinato? Ha il cappotto, ma è strappato. Il portafoglio, ma è vuoto. Il cappello ammaccato. Ecco, l’armata russa mi dà l’impressione di essere stata appena rapinata. Non hanno neanche le uniformi in ordine. Non riescono nemmeno a riparare una ruota bucata perché gli manca il camion officina e quando c’è non ha i pezzi di ricambio", racconta, ipotizzando che alcuni abbiano approfittato della situazione facendo un "mangia-mangia colossale". Il risultato è sotto gli occhi di tutti e Julia lo sottolinea, usando un termine che sa quasi di scherno. "I soldatini in prima linea sono demoralizzati, impauriti. Appena possono disertano. Scappano o si danno prigionieri".

"Fanno pena, poveretti"

La domanda sorge spontanea: ma sei russi sono così messi male, come mai l'Ucraina non ha già vinto il conflitto? Julia torna al racconto iniziale: il numero fa la differenza e quel "tantissimi" ripetuto ne è la prova e perché gli ucraini sono sprovvisti di aerei. I loro movimenti, però, "sono abbastanza ripetitivi. Si mettono in colonna, con i tank e la logistica. Una coda lunga chilometri. Se li attacchi da terra mentre sono in formazione sei morto. Quando invece passano all’attacco, allora si dividono in unità più piccole e a quel punto sono più aggredibili", spiega, aggiungendo che molti di loro sono così impauriti che usano numeri telefonici ucraina per chiamare le loro famiglie. A quel punto, l'intelligence ucraina li intercetta e manda loro sms dando loro la possibilità di salvarsi telefonando a un numero x per organizzare il rientro in Russia. "A volte funziona. Fanno pena, poveretti. Vengono da lontano, sono tutti meravigliati delle nostre belle strade, belle case. Qualcuno credeva di doverci venire a salvare, altri non sapevano neanche di dover venire qui. Ci toccherà dare la cittadinanza a tutti loro. In Russia non possono di certo tornare".

La difesa con i droni

Se scarseggiano i mezzi aerei, gli ucraini provano ad arrangiarsi con i droni turchi, i Bayraktar TB2. "Una meraviglia - racconta la cecchina - Più volte mi è capitato di vederne uno nostro in cielo assieme a un loro caccia e dal jet non vedevano quel moscerino. Però quando sgancia il suo missile il tank è andato". Infine, Julia racconta le tipologie di soldari russi: in prima linea vanno i più giovani, i soldati "di leva", dietro ci stanno i “karivovzy” i ceceni del presidente Kadyrov. Rimangono nelle retrovie e sparano soltanto se qualcuno retrocede, quindi i loro stessi soldati.

"E uccidono anche i feriti. Il colpo di grazia, dicono, ma non sono sicura che qualcuno avrebbe potuto salvarsi. In sostanza i ceceni fanno da argine alle spalle dei soldati russi, con l’autorizzazione a sparare", conclude.

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