Intolleranti e spioni: ecco come si muove la sinistra sui social

Secondo un sondaggio condotto dal think-tank americano Cato Institute, gli ultra-progressisti hanno molte più probabilità di segnalare un altro utente sui social per un potenziale contenuto offensivo

Intolleranti e spioni: ecco come si muove la sinistra sui social

Sembra un paradosso per chi predica buoni sentimenti e apertura mentale, ma i progressisti identitari rappresentano le persone più intolleranti e ottuse che vi siano in circolazione, soprattutto sui social. Posti qualcosa che mette in discussione i nuovi dogmi della correttezza politica? Anziché dibattere e argomentare, preferiscono segnalarti a Big Tech - che notoriamente tutela poco le opinioni dei conservatori - ed alimentare la mannaia della censura, con buon pace della libertà d'espressione. I liberal, dunque, sono i nemici numero uno del free speech: vogliono che il discorso pubblico rientri nei binari che loro stessi definiscono e non ammettono eccezioni. Amano la psicopolizia. Ad attestarlo, come riporta Libero, un sondaggio condotto dal think-tank americano Cato Institute. Secondo quest'ultimo, infatti, gli ultra-progressisti ("strong liberals"), hanno molte più probabilità degli ultra-conservatori di segnalare un post di un utente a una società di social media.

Sui social i progressisti sono più intolleranti e spioni

Per la precisione, gli ultra-liberal hanno tre volte più probabilità degli ultra-conservatori di segnalare un altro utente a una società di social media per la condivisione di contenuti offensivi o informazioni false. Questo comportamento, spiega il Cato Institute, è fortemente legato all'ideologia politica. Tra gli utenti dei social media, il 65% degli ultra-liberal, il 44% dei liberali moderati, il 32% dei moderati, il 21% dei conservatori moderati e il 24% degli ultra-conservatori hanno segnalato qualcuno sui social. Allo stesso modo, gli ultra-progressisti, molto più dei conservatori, bloccano le persone o le cancellano dalla propria cerchia social. Otto ultra-liberal su 10 (80%) lo hanno fatto, rispetto al 68% dei liberal moderati, al 48% dei moderati, al 44% dei conservatori moderati e al 46% degli ultra-conservatori. Questo la dice lunga su chi predica amore e tolleranza per tutti e s'inginocchia per Black Lives Matter.

Conservatori più penalizzati sui social

Che poi le piattaforme Big Tech tendano a tutelare maggiormente le opinioni dei progressisti rispetto a quelle dei conservatori è un altro dato di fatto e una convizione largamente diffusa. Tra gli utenti dei social media, riporta il Cato Institute, più di un terzo (35%) degli ultra-conservatori afferma di aver condiviso un post su un sito di social network segnalato o rimosso dall'azienda rispetto al 20% degli ultra-liberal. Complessivamente, i conservatori hanno più probabilità di essere penalizzati dalle piattaforme social rispetto ai progressisti. Tre quarti degli americani (75%) afferma di non fidarsi delle società di social media in merito alla pubbliazione di contenuti. Questa visione è condivisa da tutti i gruppi ideologici, sebbene i conservatori abbiano maggiori probabilità di diffidare delle società di social media rispetto alla moderazione di contenuti.

Ciò che è successo all'ex presidente Donald Trump, dopotutto, la dice lunga. E come a lui, a numerosi opinionisti e politici conservatori. Ma c'è una soluzione a tutto: per stare tranquilli sui social basta essere di sinistra.

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