Coronavirus

"Inutili le mascherine all'aperto": cosa cambia in Gb e Francia

Francia e Regno Unito stanno rivedendo gran parte delle principali misure di contrasto al Covid per adattarle alla nuova fase emergenziale in corso. Si va verso una convivenza endemica con il virus?

"Inutili le mascherine all'aperto": cosa cambia in Gb e Francia

Se non è una crociata contro alcuni dei dogmi scientifici che ci avevano fin qui accompagnato nella lotta contro il Covid-19, poco ci manca. Francia e Regno Unito stanno rivedendo gran parte delle principali misure di contrasto al Sars-CoV-2 per adattarle alla nuova fase emergenziale in corso. Una fase sempre più endemica che, almeno dalle intenzioni di Emmanuel Macron e Boris Johnson, potrebbe finalmente consentire di aprire un serio dialogo sul tanto conclamato "ritorno alla normalità".

Parigi e Londra: niente mascherine all'aperto

L'obbligo di indossare le mascherine all'aperto è il primo pilastro in procinto di crollare. Due tribunali amministrativi francesi, di Parigi e Versailles, hanno sospeso un provvedimento della prefettura che dal 31 dicembre imponeva ai cittadini l'uso della mascherina anche all'aria aperta. Il provvedimento è stato definito un'"interferenza eccessiva", "sproporzionata" e per giunta "inappropriata con la libertà individuale". Il Regno Unito, che non aveva mai imposto l'obbligo all'aperto, manterrà l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale soltanto nei luoghi chiusi e sui mezzi di trasporto.

In attesa di capire se la "rivoluzione francese" sulle mascherine produrrà effetti a catena in altri Stati, è interessante dare un'occhiata alle motivazioni scientifiche alla base di questa inversione di tendenza. Innanzitutto, le probabilità di infettarsi all'aria aperta sono decisamente inferiori rispetto ai luoghi chiusi, e variano dalle quattro alle 20 volte in meno. Come se non bastasse, i numeri ci dicono che solo uno scarso 10% delle infezioni delle quali si conosce la catena di contagio sarebbe avvenuta all'aperto, e per di più in seguito a contatti prolungati. Se a tutto ciò aggiungiamo la pratica del mantenimento della distanza sociale, il gioco è fatto. Sars-CoV-2 può infatti trasmettersi mediante le gocce di saliva, ma è difficile che questo avvenga quando due soggetti si trovano a un paio di metri di distanza.

Convivere con il Covid

L'altro pilastro che potrebbe essere archiviato avanti tempo - almeno nel Regno Unito - è il Green Pass. A Londra, il certificato verde è stato introdotto un mese fa per consentire gli ingressi nelle discoteche e nei raduni di massa, ma non è da escludere una sua eliminazione anticipata. D'altronde i numeri dell'epidemia sorridono all'Uk, visto che contagi e ricoveri sono in calo, e che il momento più delicato sembra essere alle spalle. Omicron avrebbe insomma raggiunto il suo picco, e continuare a insistere con provvedimenti stringenti non avrebbe alcun effetto positivo. A Downing Street il mantra continua a essere lo stesso: bisogna imparare a convivere con il virus, perché questo virus non può trasformarsi in un'emergenza perenne.

Quali saranno, quindi, le prossime mosse di Regno Unito e Francia? Per quanto riguarda Londra c'è attesa di capire che cosa accadrà il prossimo 26 gennaio, quando saranno riviste le misure anti Covid contenute nel piano B allestito per combattere Omicron. Ora che l'onda d'urto della variante è stato assorbito, l'opinione pubblica si aspetta un alleggerimento generale: non solo nelle restrizioni – che da queste parti sono sempre state piuttosto blande, se paragonate a quelle presenti in altri Paesi – ma anche nei toni comunicativi del mondo politico. A Parigi, invece, il portavoce del governo, Gabriel Attal, ha parlato di una nuova ordinanza sull'uso delle mascherine all'aperto che il Ministero dell'Interno adotterà nei prossimi giorni.

Resta da capire che cosa accadrà al pass vaccinale chiesto a gran voce da Macron, considerando che al momento il certificato di completamento del ciclo vaccinale- da mostrare per accedere all'interno dei luoghi pubblici - è congelato in Parlamento.

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