Niente più obbligo generalizzato di utilizzare le mascherine all'aperto e congelamento in Parlamento del pass vaccinale, inteso come certificato di completamento del ciclo vaccinale da mostrare per accedere all'interno dei luoghi pubblici. Sembrava che la Francia potesse fare da apripista per un nuovo modello di lotta contro il Covid-19. Al contrario, due tra i più importanti provvedimenti sbandierati dagli esperti per contrastare la diffusione del virus rischiano di evaporare come neve al sole.
Che cosa succede in Francia
Andiamo con ordine, partendo con la vicenda mascherine. Per la prima volta dall'inizio della pandemia, due autorità giudiziarie francesi hanno contestato una decisione di sicurezza sanitaria in piena nuova ondata di Covid trainata dalla variante Omicron. Il tribunale amministrativo di Parigi ha infatti sospeso un provvedimento della prefettura che dal 31 dicembre rendeva obbligatorio l'uso della mascherina all'esterno, per le strade della capitale francese. Lo stesso ha fatto il tribunale amministrativo di Versailles, che ha bloccato l'attuazione di un decreto analogo valutando la misura come "una interferenza eccessiva, sproporzionata e inappropriata con la libertà individuale".
Già nei giorni scorsi una parte delle autorità sanitarie francesi aveva fatto capire di non essere favorevole all'utilizzo generalizzato delle mascherine Ffp2, nonostante la loro maggiore protezione dal virus. Il ministro della Salute, Olivier Veran, in una audizione al Senato, era apparso emblematico: "Il parere dell'Alto Consiglio della Salute Pubblica (l'equivalente del Consiglio Superiore di Sanità italiano ndr) è di non estendere l'uso della Ffp2". La motivazione alla base di una simile presa di posizione è semplice: al momento, nessuno studio scientifico ha dimostrato che un uso generalizzato di queste mascherine possa avere un impatto positivo per frenare il virus su larga scala.
Diverso è il discorso relativo al nuovo pass vaccinale, la cui adozione è ancora ferma in Parlamento. Da settimane è in ballo il progetto di legge per trasformare il pass sanitario – una sorta di Green Pass italiano – nel suddetto pass vaccinale. In seguito a una disputa causata dalla rottura del segreto sulle discussioni in corso tra deputati e senatori all'interno della Commissione mista paritaria inerente al medesimo progetto, il testo governativo deve adesso essere nuovamente sottoposto all'esame dell'Assemblea nazionale. In mezzo a tutto ciò, l'iter parlamentare è accompagnato da vive polemiche tra l'opposizione e la maggioranza presidenziale. Risultato: l'entrata in vigore del nuovo pass vaccinale, inizialmente annunciato dal governo a partire dal 15 gennaio, slitterà ancora.
Nodo scuole
Il governo francese, alle prese con oltre 300 mila casi nell'arco delle ultime 24 ore, deve insomma fare i conti con due battute di arresto che, di fatto, vanno in una direzione opposta rispetto a quanto previsto. In più c'è da considerare il malcontento diffuso di insegnanti e genitori per il caos creatosi nelle scuole. Il premier Jean Castex è è finito nell'occhio del ciclone per una gestione caotica dell'epidemia, con il protocollo sanitario nelle scuole modificato tre volte in una settimana. Gli insegnanti hanno aderito a uno sciopero nazionale e la tensione è palpabile.
Le pressioni dei genitori hanno inoltre costretto il ministro della Pubblica Istruzione, Jean-Michel Blanquer, a fare una specie di mea culpa pubblico.
All'emittente France Info, Blanquer ha riconosciuto di aver commesso degli errori e presentato le sue scuse. "Non sono perfetto. Faccio degli errori, è caratteristico degli esseri umani e ovviamente capita anche me. Non ho problemi a dire che sono dispiaciuto per alcune cose", ha dichiarato il ministro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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