L'Isis avrebbe un organismo di vertice, formato da nove persone, che in gran segreto pianificherebbe rapimenti e omicidi di persone importanti. Dalla vendita del petrolio l'organizzazione ricava i soldi necessari a rinforzare il consenso della popolazione. Questi e altri dettagli, compresi numerosi segreti della vita di Abu Bakr al Baghdadi, sono contenuti nel materiale sequestrato dagli uomini della Delta Force che, in un blitz avvenuto in Siria lo scorso aprile, hanno ucciso Abu Sayyaf, uno dei massimi responsabili dello stato islamico, l'uomo che gestiva le finanze del Califfato.
Le informazioni più importanti, come scrive il New York Times, erano contenute su pc, tablet e smartphone sequestrati nel covo jihadista. E a quanto pare si stanno rivelando più preziose di quanto si immaginato. E hanno già permesso di individuare il nascondiglio di un altro capo dell’Isis, l’influente Abu Hamid, bersaglio di un raid aereo lo scorso 31 maggio nel corso del quale sarebbe rimasto ucciso. Ma non ci sono ancora conferme ufficiali.
Grazie al materiale raccolto Pentagono e intelligence Usa hanno ricostruito il modo in cui l’Isis protegge Al Baghdadi, che si sposta spesso, opera di nascosto e cambia continuamente nascondiglio. A quanto pare, però, periodicamente si reca nel quartier
generale di Raqqa, in Siria, per incontrare le autorità locali e gli emiri della regione. Prima di ogni incontro le sue guardie controllano minuziosamente gli ospiti, invitandoli a consegnare telefonini e apparati elettronici, che vengono requisiti e spenti per evitare intercettazioni. L'attenzione in ogni singolo dettaglio è maniacale.
Dal materiale e dalle carte sottratte dal commando della Delta Force emerge il ruolo centrale delle donne nell’Isis, soprattutto quello svolto dalle mogli dei vari leader. Compresa la moglie del capo indiscusso al Baghdadi. Il loro compito è soprattutto quello del passaparola, del passarsi a voce, di persona, informazioni dall’una all’altra e, poi, ai loro mariti. Questo in un grande sforzo volto ad evitare comunicazioni telefoniche o di altro tipo che possano essere intercettate da Cia o Nsa. "Ogni giorno - spiegano al Dipartimento di Stato americano - il quadro diventa sempre più chiaro. Più chiari i contorni dell’organizzazione, più chiaro quanto sia sofisticata".
Intanto altre preziosissime informazioni sarebbero state carpite durante gli interrogatori della moglie di Abu Sayyaf, catturata nel corso del blitz in cui è rimasto ucciso il marito.
Importante il ruolo svolto da Fadel al Hayali, alias Abu Mu’taz, uno dei capi militari dell'Isis. Già ufficiale di Saddam Hussein, avrebbe gestito un consiglio ristretto formato da nove persone con il compito di pianificare e dettare la strategia. Questo "Consiglio di sicurezza" organizzerebbe rapimenti, omicidi mirati e ogni tipo di attività speciali. Non si sa se Abu Mut’az sia ancora vivo o meno.
Metà dei soldi ricavati dallo sfruttamento del petrolio vanno a formare il budget principale dell'Isis, il restante 50% viene suddiviso tra chi lavora negli impianti e chi, a livello locale, dà supporto al movimento.
Una ridistribuzione che serve soprattutto a una cosa: ottenere l’appoggio della popolazione. Il petrolio, ovviamente, è la risorsa principale. Ecco perché, per mettere in ginocchio le finanze dell'Isis, la coalizione internazionale concentra i bombardamenti anche sui siti petroliferi.
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