Tensione sempre più alta in Medio Oriente. Lo scorso martedì, poche ore prima che Donald Trump dichiarasse Gerusalemme capitale di Israele, l'Esercito dello Stato ebraico ha condotto una imponente esercitazione militare nel nord del Paese, non lontano dal confine con il Libano.
Si tratterebbe della più imponente esercitazione condotta da Israele negli ultimi 25 anni. Per l'occasione è stata mobilitata l'intera divisione della Galilea, con il coinvolgimento di centinaia di soldati e una sessantina di veicoli, senza la concessione di alcun preavviso, con il fine di testare la reattività delle Forze armate nel caso di un attacco o di una esplosione improvvisa del conflitto nel nord. Questa esercitazione arriva all'indomani di ben due strike israeliani in Siria nelle ultime 72 ore, volti a neutralizzare i rifornimenti di armamenti per Hezbollah.
Intanto il Partito di Dio ha definito la decisione degli Usa di riconoscere ufficialmente Gerusalemme come capitale di Israele "un'aggressione sleale e maligna". Secondo il portavoce del movimento, Hassan Fadlallah, l'annuncio del presidente Donald Trump ha bloccato ogni possibilità di negoziato e ha rilanciato la "resistenza armata" come unico modo per restituire i diritti ai palestinesi.
Fadlallah, considerato un'altissima carica spirituale dell'islam sciita, ha sottolineato che la decisione Usa potrebbe avere "ripercussioni catastrofiche" sulla stabilità regionale e internazionale e ha invitato arabi e musulmani a "rispondere" in fretta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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