Ucraina, Mosca accusa Kiev: "Giornalista russa rapita dai servizi segreti"

La corrispondente di Pervyj Kanal a Kiev, Anna Kurbatova, è stata fermata da agenti dei servizi segreti ucraini ed espulsa dal Paese. Mosca accusa gli 007 di aver rapito la giornalista, ma per Kiev "tutto si è svolto secondo la legge"

Ucraina, Mosca accusa Kiev: "Giornalista russa rapita dai servizi segreti"

È giallo a Kiev sul presunto rapimento di Anna Kurbatova, corrispondente della tv di Stato russa, Pervyj Kanal, che è stata sequestrata nella capitale ucraina e sta per essere espulsa dal Paese.

A dare la notizia del sequestro, nella mattinata di ieri, era stata la stessa emittente televisiva di Mosca. La giornalista, secondo la versione fornita dal primo canale russo, sarebbe stata “prelevata nei pressi della sua abitazione, caricata in una macchina e portata via”. “Tutti i tentativi di metterci in contatto con lei sono falliti”, ha detto un portavoce di Pervyj Kanal, puntando il dito contro i servizi segreti di Kiev. Dietro il rapimento, infatti, accusa la tv di Stato russa, che cita proprie fonti, ci sarebbero gli “agenti dell’SBU”.

Nel pomeriggio, una conferma parziale sulla vicenda è arrivata proprio dalla portavoce dei servizi di sicurezza di Kiev, Elena Gitlyanskaya. Anna Kurbatova è stata trattenuta dagli 007 ucraini ma “tutto si sta svolgendo secondo la legge”, ha detto la rappresentante del servizio di intelligence. Non si tratta, però, di un rapimento, puntualizzano da Kiev. "Non ci occupiamo di sequestri e agiamo esclusivamente nel quadro della legislazione ucraina”, ha chiarito Gitlyanskaya. Intanto, ha annunciato su Facebook la stessa portavoce dei servizi di Kiev, sono in corso le procedure per l’espulsione della Kurbatova dal territorio ucraino, dove la reporter non potrà mettere piede per i prossimi tre anni. Alla base del provvedimento ci sarebbero le attività svolte dalla corrispondente di Pervyj Kanal a Kiev. Attività che “ledono gli interessi nazionali ucraini”, ha specificato la rappresentante dell’SBU senza fornire ulteriori dettagli.

I media russi, però, sottolineano come in passato la giornalista ventinovenne originaria di Stavropol, che da tempo si occupava di documentare la situazione in Ucraina, fosse stata oggetto di minacce e intimidazioni. Dopo aver realizzato un reportage sulla parata militare organizzata per il Giorno dell’Indipendenza ucraina, nel quale aveva definito la celebrazione una “festa triste per molti” riferendosi ai combattimenti in corso nelle regioni del Donbass, iI nome della corrispondente del primo canale russo era finito, infatti, su Mirotvorets, il sito web dove gli ultranazionalisti ucraini schedano i giornalisti considerati “scomodi”. Si tratta di una vera e propria lista di proscrizione dove vengono pubblicati nomi, cognomi e dati personali di chi è accusato di fare "propaganda anti-ucraina".

Prima di essere fermata, sottolinea, inoltre, l’agenzia russa Tass, la Kurbatova stava lavorando ad un reportage sulle pressioni contro i reporter nel Paese. Pressioni che sono andate moltiplicandosi negli ultimi mesi. Un mandato di espulsione è stato spiccato, infatti, la scorsa settimana, nei confronti di due giornalisti spagnoli, Antonio Pampliega e Angel Sastre, a causa delle loro “pubblicazioni anti-ucraine”. Stessa sorte era toccata a metà agosto a Tamara Nersesyan, del network russo VGTRK. Anche in questo caso, secondo la motivazione fornita dall’SBU, le attività della reporter avrebbero provocato “danni agli interessi nazionali del Paese”.

Il ministero degli Esteri di Mosca ha accusato apertamente il governo ucraino del rapimento di Anna Kurbatova, definendo la detenzione e la successiva espulsione della giornalista una “provocazione deliberata” dei servizi di sicurezza e dei gruppi ultranazionalisti ucraini. Una dura condanna per quanto accaduto è stata espressa anche dall'Osce. Tramite il suo rappresentante per la libertà dei media, l'organizzazione, che dal 2014 monitora il conflitto in corso nelle regioni del sud-est del Paese, si è detta, infatti, preoccupata dagli episodi di detenzione ed espulsione di giornalisti stranieri dall'Ucraina. "Espellere i giornalisti dall'Ucraina o negare loro l'ingresso nel Paese sono misure eccessive e problematiche, specialmente se queste azioni mancano di trasparenza e di un adeguato meccanismo per fare ricorso", ha scritto il rappresentante dell'Osce per la libertà dei media, Harlem Désir, al ministro degli Esteri ucraino, Pavlo Klimkin.

Intanto, con un comunicato ufficiale citato dalla Tass, Pervyj Kanal ha fatto sapere che la reporter ora sta bene e che il suo ritorno a

Mosca è previsto per stanotte. La giornalista, infatti, avrebbe già oltrepassato il confine nella notte tra mercoledì e giovedì, rientrando in Russia attraverso il valico di Noviye Yurkovichi, nell'oblast' di Brjansk.

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