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Kim Jong-un spara missili e Trump s’infuria

Pyongyang continua a lanciare missili a corto e a lungo raggio nonostante le promesse strappate al ultimo vertice di Hanoi con Washington

Kim Jong-un spara missili e Trump s’infuria

Il presidente nordcoreano Kim Jong-un non ha intenzione di rispettare gli accordi presi con il suo omologo presidente degli Stati Uniti Donald Trump e infatti imperterrito sta continuando a fare dei test missilistici al largo del mar del Giappone.

La nota rilasciata stamane da Pyongyang conferma in toto i nuovi test missilistici a lungo raggio e tutto ciò non fa che innalzare la tensione con Washington. Oltre ai lanci odierni, la Corea del Nord “ha sparato quello che sembra essere due missili a corto raggio”, come dichiarato dal Comitato dei capi di stato maggiore della vicina Seul.

Sembrano quindi essere stati un grande flop i due incontri tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e Donald Trump. L’ultimo, e secondo vertice tra i due, è stato quello conclusosi frettolosamente e per giunta in un nulla di fatto nella capitale vietnamita di Hanoi. Lo stallo della situazione tra le due superpotenze è chiaro ed evidente. Neanche la diplomazia rappresentata dalla Corea del Sud, invocata dallo stesso Kim, è riuscita a sciogliere la complicata matassa che si è creata negli ultimi messi attorno a questo delicato tema.

Il punto di disaccordo tra Pyongyang e Washington ruota attorno alla revoca delle sanzioni internazionali nei confronti della Corea del Nord da parte degli Stati Uniti, ma le condizioni per terminare queste restrizioni non sono ancora state finalizzate. A complicare i rapporti tra i nordcoreani e gli yankee è la graduale diminuzione di fiducia, che ha più volte minato il processo di pacificazione e di negoziazione nelle ultime settimane.

La reazioni di The Donald non si è fatta attendere. “Nessuno è contento di quello che è successo", ha dichiarato il presidente americano, riferendosi anche al lancio di Pyongyang di "missili a corto raggio". "Il rapporto continua, ma vedremo", ha aggiunto, sostenendo di ritenere che i nordcoreani non fossero realmente "pronti a negoziare".

Nelle utime ore Washington ha annunciato di aver sequestrato una nave battente bandiera della Corea del Nord di oltre 17mila tonnellate, accusata di aver violato l’embargo internazionale imposto a Pyongyang, esportando, infatti, carbone e importando alcuni macchinari.

"Questa nave anti-sanzioni è ora fuori uso", ha affermato il vice ministro della giustizia statunitense John Demers.

"La Corea del Nord e le compagnie che contribuiscono ad aggirare gli Stati Uniti e le sanzioni ONU devono sapere che useremo tutti i mezzi a nostra disposizione per far rispettare le sanzioni internazionali".

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