La seconda vita di Baltasar Garzón ricomincia a Buenos Aires. Il giudice spagnolo sospeso per undici anni per abuso di potere, in Argentina è diventato un simbolo per la difesa dei diritti umani. Merito della presidenta, Cristina Kirchner che ardentemente lo ha voluto accanto a se come «coordinatore internazionale per i diritti umani» per «promuovere «la giustizia universale» con rango e lario di sottosegretario di Stato. Un ruolo di tutto rispetto, a cui corrisponde un rispettosissimo stipendio di 72mila pesos, equivalente a oltre sei mila euro al mese, anche se lui assicura che percepisce solo 4.200. Un ruolo pubblico che suona come un paradosso per il giudice che è stato condannato in Patria per aver ordinato intercettazioni illegali nei colloqui in carcere tra avvocati e i loro assisti implicati nel caso Gurtel, una presunta rete di uomini coinvolti in episodi di corruzione legati al Partito Popolare spagnolo.
Oltre Oceano il giudice rispolvera così la sua immagine, e la difende come paladino dei diritti. E non ci sta a diventare vittima e si difende tra le pagine dei quotidiani argentini: «Posso occupare qualsiasi funzione pubblica, posso fare tutto tranne il giudice, per il momento. Un ruolo del genere lo potrei svolgere in qualunque Paese del mondo, anhe nella mia Spagna. Continuo a essere un giudice e quando la condanna sarà conclusa potrò farmi reintegrare immediatamente».
Nel frattempo, il giudice ha pensato bene di espatriare in un Paese molto amico. Eppure il caso ha scatenato polemiche e non poche critiche anche a Buenos Aires. Secondo diversi costituzionalisti il ruolo ricoperto da Garzón infrangerebbe l'articolo 16 della Costituzione argentina, insomma non sarebbe idoneo per un incarico pubblico. Ma non sembra essere un problema per la super Presidenta che ha deciso di andare avanti e di premiare il giudice diventato famoso per aver aperto inchieste - tra l'altro- sui dittatori del mondo, lui che aveva emesso contro Pinochet un ordine di arresto internazionale. Nel 2012- anno in cui parte l'incarico per Garzón- la presidneta durante l'inizio di apertura dell'Assemblea Legislativa, non ha fatto niente per nascondere il suo entusiasmo per il giudice che seguiva la cerimonia seduto in un palco. «Lei ci onora con la sua presenza», ha detto piena di entusiasmo Cristina. Tanta popolarità in Argentina Garzón l'ha ottenuta negli anni '90 quando indagò sui desaparecido scomparsi tra il 1976 e il 1983.
Ha processato anche l'ex vertice della dittatura Adolfo Scilingo che ha confessato di aver lanciato nel vuoto più di trenta prigionieri politici nei terribili «voli della morte». Oggi l'Argentina restituisce il favore al giudice più discusso della Spagna, tanto da spendersi col Tribunale Europeo per i Diritti Umani di Strasburgo e chiedere che il suo caso venga riaperto.