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F-15E, ecco l'aereo ​certificato per la nuova bomba atomica

Le B61 non possono essere considerate una come una forza di reazione rapida, poiché non sarebbero sufficientemente potenti per decapitare la linea di comando nemica

F-15E, ecco l'aereo ​certificato per la nuova bomba atomica

L'F-15E Strike Eagle è la prima piattaforma ad essere certificata per la bomba termonucleare tattica guidata B61-12. Entro i prossimi tre anni anche il bombardiere strategico B-2, il caccia F-16C/D e l'F-35 Joint Strike Fighter dovrebbero ottenere tale capacità.

La nuova capacità nucleare dell’F-15E Strike Eagle

L’F-15E Strike Eagle è stato certificato per la bomba termonucleare B61-12. E’ quanto ha comunicato in una nota il Sandia National Laboratories del National Nuclear Security Administration. Gli ultimi due test di volo si sono svolti lo scorso marzo. Il quinto test di volo si è svolto a bassa quota. Volando a circa mille piedi e ad una velocità prossima a quella del suono, un F-15E ha rilasciato una B61-12 inerte. 35 secondi dopo, il sistema d’arma ha colpito il suo bersaglio all’interno dell’area designata nel Test Range di Tonopah, circa 160 miglia a nord-ovest di Las Vegas, nel Nevada. Nel sesto test di volo un F-15E, ad una velocità prossima a quella del suono, ha rilasciato una B61-12 inerte da oltre 25.000 piedi. Circa 55 secondi dopo, il sistema d’arma ha colpito il suo bersaglio all'interno dell'area designata. I test finali dello scorso marzo hanno dimostrato la compatibilità dell’F-15E con la B61 Mod 12 e la sua capacità operativa nel mondo reale in diversi profili di volo.

“Entro i prossimi anni anche il bombardiere strategico B-2, il caccia F-16C/D e l'F-35 Joint Strike Fighter acquisiranno tale capacità”. Nella nota del Sandia National Laboratories non vi è nessun riferimento al bombardiere stealth B-21 Raider.

L'F-15E dovrebbe raggiungere la capacità operativa iniziale con la B61-12 nel 2022.

Stati Uniti, bomba termonucleare tattica guidata B61 Mod 12

La B61 è una delle due bombe a gravità che gli Stati Uniti mantengono in servizio come parte delle loro scorte termonucleari permanenti post guerra fredda. Il primo prototipo TX-61 fu costruito nel 1963. La B61-1 (variante strategica da 10/300 Kilotoni) entrò in servizio cinque anni dopo seguita dalla B61-2 (variante tattica da 10/ 150 kilotoni). Nel decennio successivo, gli ingegneri nucleari statunitensi hanno costantemente migliorato la capacità, l'affidabilità e la sicurezza del Programma nelle sue due varianti strategiche e tattiche. La B-61, uno dei pilastri principali dell'arsenale nucleare statunitense, è un asset a rendimento variabile con diversi protocolli di autenticazione e sicurezza come il Permissive Action Links. Con una probabilità di errore circolare di trenta metri, la B61-12 imbarca una testata scalare da 50 kilotoni. Il rendimento detonante di una testata da 50 kilotoni in un raggio di 30-68 metri, è in grado di polverizzare ogni tipo di bunker fortificato o in terreni induriti o congelati (variante B61-11). Ogni sistema all'idrogeno ha una potenza regolabile da un massimo equivalente di 50.000 tonnellate di TNT (poco più del doppio della bomba denominata Fat Man che distrusse Nagasaki) ad un minimo di 300. La resa esplosiva della B61-12 può essere ridotta elettronicamente attraverso un sistema di calibrazione. Nello specifico, la B61-12 possiede quattro opzioni di resa:0.3kt, 1.5kt, 10kt e 50kt. L’impiego sul campo di battaglia, quindi, potrebbe essere personalizzato a seconda dell’effetto desiderato e dell’obiettivo. Una resa esplosiva ritenuta accettabile e con, teoricamente, minori effetti collaterali. Ciò si traduce, teoricamente, in una maggiore flessibilità tattica conferita ai comandanti sul campo. La letalità della B61-12, quindi, è determinata dalla sua precisione. Capacità, quest’ultima, che rappresenta l’aspetto più rilevante nella deterrenza nucleare. Lo stesso principio adottato, ad esempio, sulle testate da 100 Kt 76-1 / Mk4A con spoletta programmabile (linea leggera di attacco Trident II).

La B61-12 rappresenta un unicum nel panorama delle armi termonucleare tattiche. Pur non essendo tecnicamente una nuova arma, l’aggiornamento del Pentagono trasforma l’attuale inventario termonucleare a caduta libera in sistema d’arma a guida di precisione. La maggiore precisione della Mod 12 si ottiene grazie a un kit di coda progettato e costruito da Boeing associato ad un GPS. In sviluppo dal 2011, la B61-12 è destinata a sostituire le precedenti varianti esistenti B61-3 (03/170 Kilotoni), B61-4 (0,3/50 kilotoni), B61-7 (testata strategica 10-360 Kilotoni), B61-10 (da 0,3 a 80 kilotoni ). La B61-12 sostituirà anche la testata B83 di classe Megaton. La National Nuclear Security Administration ha recentemente annunciato l'intenzione di produrre il primo lotto ricondizionato di B61-12 nell'anno fiscale 2022 (le precedenti dichiarazioni dell'Agenzia fissavano tale obiettivo a marzo 2020). Il primo lotto sarà destinato all’Europa, pena il deterioramento delle testate più obsolete, per un totale di 500 B61 Mod-3, 4, 7 e 10 da riconvertire. L’intera produzione B61-12 dovrebbe concludersi nel 2025 e coinciderà con il ritiro dal servizio del sistema d’arma all’idrogeno B83 Mod 1 con resa massima di 1,2 megatoni o 1.200 kilotoni. Il costo totale del programma B61-12, aggiornamento essenziale all'unica bomba a gravità nucleare "tattica" dell'Aeronautica militare statunitense, è di poco superiore agli undici miliardi di dollari.

La B61-12 da 374 kg, non possiede le caratteristiche penetranti della variante bunker buster B61-11 da 340-400 chilotoni. La B61-11, che deriva dalla B61 Mod 7, dovrebbe restare in inventario. Probabilmente, oggi, la B61-11 verrebbe utilizzata contro terreni duri o congelati.

La modernizzazione delle armi nucleari è un processo di routine, poiché ogni sistema d’arma ha una durata prestabilita. Non vi è alcun accordo internazionale tra Mosca e Washington sull’aspetto qualitativo e quantitativo delle testate nucleari tattiche che, come sappiamo, non esistono. Il trattato START, attualmente in vigore ma in scadenza, si rivolge specificatamente alle testate strategiche ed ai loro lanciatori. La B61-12 resterà in servizio almeno fino al 2045.

Le B61 in Europa

Le sei basi della NATO (Belgio (Kleine Brogel AB), Germania (Buchel AB), Italia (Aviano e Ghedi AB), Paesi Bassi (Volkel AB), e Turchia (Incirlik AB) dovrebbero ospitare circa 180 bombe termonucleari B61 Mod-3,-4,-7,-10. Le basi italiane di Ghedi ed Aviano dovrebbero ospitare complessivamente dalle 30 alle 50 bombe termonucleari B61. Le 180 testate B61 all'idrogeno, secondo il concetto politico della condivisione nucleare, saranno tutte riconvertite alla versione Mod-12. Gli americani prevedono l’integrazione della B61-12 anche sulle portaerei, rispolverando il concetto della doppia capacità sugli F-35C. In Europa, la B61-12 potrà essere trasportata esclusivamente dagli F-35A.

Distinguere la teoria dalla realtà

A partire dal 1954, gli Stati Uniti iniziarono a schierare asset strategici in Europa per scongiurare un'aggressione sovietica. Il ricorso alle armi nucleari sarebbe stato autorizzato per arrestare la massiccia offensiva convenzionale dell'Unione Sovietica in Europa. Quella minaccia di invasione oggi non esiste più. Oltre all'inimmaginabile capacità distruttiva dell'arsenale strategico USA, Francia e Regno Unito garantiscono opzioni ridondanti che per potenza, invulnerabilita ed accuratezza rendono del tutto inutile la condivisione nucleare così come è concepita oggi.

La capacità di effettuare attacchi di precisione aumenta notevolmente la versatilità della B61-12, indipendentemente dal velivolo che la trasporterà e dai modi in cui potrebbe essere impiegata durante un vero attacco, ma il concetto Dial-a-yield così come la tanto pubblicizzata flessibilità operativa sono puramente teorici.

Le B61 non possono certamente essere considerate una come una forza di reazione rapida, poiché non sarebbero sufficientemente potenti per decapitare la linea di comando nemica. Sono certamente molto precise e possiedono un alto tasso di probabilità di distruggere un bersaglio specifico con una minore resa esplosiva. Tuttavia il concetto scalare è prettamente letterale. Le B61 rappresentano un deterrente strategico ritenuto in grado di dissuadere anche gli stessi alleati dallo sviluppare armi nucleari fatte in casa. Le B61 vanno intese come una garanzia politica degli Stati Uniti, che ne detengono la proprietà e la discrezionalità, a protezione dell’Europa. L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord è stata concepita per supportare logisticamente la presenza in Europa degli Stati Uniti. Parliamo di una strategia che proviene direttamente dalla guerra fredda. La responsabilità condivisa per le armi nucleari si basa sulla solidarietà degli alleati della NATO e l’unità di intenti a protezione dell’integrità territoriale.

L’ambiguità delle armi nucleari tattiche

Il termine tattico è ambiguo e pericoloso poiché ogni arma termonucleare utilizzata nel mondo reale, avrà una resa strategica. Ragioniamo per assurdo: se gli Stati Uniti avessero lanciato delle B61-10 (armi nucleari tattiche per definizione) in un conflitto regionale contro delle forze russe, quale sarebbe stata la risposta di Mosca? Semplice. La risposta sarebbe stata certamente strategica e non tattica. Questo perché la resa di ogni arma tattica sarà sempre strategica. La definizione che raggruppa “le armi nucleari non strategiche” è una reliquia della Guerra Fredda. In base al concetto scalare di un asset tattico, il suo impiego è, teoricamente, ritenuto isolato, limitato e proporzionale. Tuttavia ogni arma termonucleare impiegata è strategica. Ciò è dovuto al crescente riconoscimento che qualunque utilizzo del nucleare avrebbe conseguenze strategiche. Ed è sotto la lente strategica che bisogna valutare il loro reale fine, cioè convincere l’avversario di non poter raggiungere i propri obiettivi pena una rappresaglia devastante.

E’ questa la deterrenza, scopo primario degli arsenali nucleari degli Stati nazionali che li possiedono.
Autorizzando il lancio di asset nucleari si supera un punto di non ritorno. Da quel momento la risposta sarà sempre affidata alla rappresaglia termonucleare.

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