Libia, spunta un accordo bis per bloccare i migranti nel deserto

Minniti convoca a Roma i sindaci delle prime dieci città del Fezzan: da qui passano i migranti diretti verso il Mediterraneo e poi in Italia

Libia, spunta un accordo bis per bloccare i migranti nel deserto

Ghat, Sabham, Murzuq, al-Jufrah. Nomi che diranno poco alla maggior parte dei lettori ma che sono fondamentali per comprendere le dinamiche dei viaggi di migranti che da anni bussano alle porte di casa nostra. Sono le città del Fezzan, la regione meridionale della Libia al confine con Niger e Ciad.

Una regione che tradizionalmente è sempre sfuggita al controllo del governo centrale, anche quando ve ne era uno, e che è piuttosto governata dalle tribù locali, non di rado in guerra fra loro. Eppure i sindaci delle dieci maggiori città del Fezzan sono stati convocati in gran segreto a Roma dal ministro degli Interni Marco Minniti per un accordo della massima importanza nella riduzione dei flussi migratori dall'Africa subsahariana alle coste del Mediterraneo e quindi all'Italia.

Due giorni fa il ministro degli Interni ha ricevuto al Viminale i rappresentanti dei territori meridionali di quello che poco più di un secolo fa fu definito da Giovanni Giolitti "uno scatolone di sabbia". E all'interno della Libia il Fezzan rappresenta uno dei territori più vasti: grande il doppio dell'Italia, è abitato da sole 400mila persone ma viene regolarmente solcato dalle carovane dei trafficanti che prelevano i migranti dal confine nigerino e li conducono fino alle regioni costiere che si affacciano sul mare.

L'Italia aiuterà le città del Fezzan, scrive La Stampa, con droni, immagini satellitari e fondi.

L'attenzione sarà concentrata sulle oasi, punto di passaggio ineludibile per chi attraversa il deserto. L'uomo di raccordo con il governo di Tripoli sarà il vicepresidente Abdel Saad Kajaman, braccio destro di Serraj.

E il patto con i sindaci dovrebbe proprio integrare e completare quello già stretto fra Roma e Tripoli.

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