Attentato a Londra

Londra, finte cinture esplosive: la mossa dei jihadisti per non farsi attaccare

La polizia di Londra ha publicato le foto delle false cinture esplosive. I terroristi le avrebbero indossate "per prendere ostaggi o per evitare di essere colpiti"

Le finte cinture esplosive indossate dai terroristi di Londra
Le finte cinture esplosive indossate dai terroristi di Londra

Khuram Butt, Rachid Redouane e Youssef Zaghba, gli attentatori che hanno ucciso otto persone nella zona del London Bridge avevano tentato invano di affittare un camion da 7,5 tonnellate per fare più vittime sul ponte. E per accoltellare le vittime al Borough Market hanno usato coltelli da cucina in ceramica da 30 centimetri, di colore fucsia, mentre non hanno utilizzato le bombe molotov che sono state ritrovate nel van. Addosso avevano false cinture esplosive, probabilmente "prendere ostaggi o per evitare di essere colpiti". "Non avevo mai visto nel Regno Unito una tecnica di questi tipo - ha spiegato Dean Haydon, il numero uno dell'unità antiterrorismo di Scotland Yard - I terroristi cercavano di creare il massimo panico agganciandosi degli esplosivi finti. Chiunque li abbia visti quella notte, ha pensato che erano vere bombe".

Le cinture esplosive finte

A diffondere nuovi dettagli sull'attentato della notte del 3 giugno, in cui otto persone sono morte e decine sono state ferite, è la Metropolitan Police of London. Sul proprio sito ha pubblicato, per la prima volta, le fotografie delle finte cinture esplosive (guarda la gallery). Ogni jihadista del commando aveva addosso quattro bottiglie d'acqua di plastica. Per legarle avevano usato una cintura di cuoio e del nastro adesivo grigio e nero. "È possibile che (i terroristi, ndr) - ha spiegato Haydon - progettassero una situazione di assedio e ritenessero che (le false cinture esplosive, ndr) potessero proteggerli dagli spari". Per il comandante dell'unità antiterrorismo di Scotland Yard, "se avessero avuto a disposizione un camion da 7,7 tonnellate, gli effetti avrebbero potuto essere molto più gravi".

Il noleggio del tir da 7,5 tonnellate

Nonostante lo Stato islamico abbia rivendicato l'attacco, per Haydon non c'è prova che i tre assalitori abbiano preso ordini da altri, nel Paese o all'estero. Il britannico di origine pachistana Khuram Butt, l'italiano Youssef Zaghba e Rachid Redouane con legami in Libia, Marocco e Irlanda, sono stati uccisi dagli agenti intervenuti sul posto. Intanto, altre due persone sono state arrestate nelle ultime ore a Londra per terrorismo. La polizia ha fatto sapere che un 27enne è stato arrestato per il sospetto che stesse preparando atti terroristici, dopo perquisizioni a Ilford a East London, in correlazione all'attentato a London Bridge. Un altro uomo, di 28 anni, è stato arrestato in una abitazione a Barking, per il sospetto che preparasse atti terroristici. Haydon ha ricostruito le violenze spiegando che Khuram Butt, britannico di origine pakistana, ritenuto il leader della cellulala, aveva non era riuscito a noleggiare il camion da 7,5 tonnellate perché non aveva potuto a pagare, non è chiaro se perché non aveva la patente di guida necessaria.

L'attacco al London Bridge

Intorno alle 19,30, il van Renault che hanno invece potuto affittare poi utilizzato veniva prelevato. Alle 20.38 l'arrivo sul London Bridge, percorso per due volte prima di travolgere i pedoni alla terza. Alla guida sarebbe stato Butt, mentre Zaghba e Rachid sarebbero stati a bordo. Tre persone sono state uccise. Poi i tre hanno abbandonato il veicolo e attaccato le persone nei locali del vicino Borough Market, uccidendone cinque. Otto minuti dopo che la polizia è stata allertata, gli agenti sono arrivati e hanno sparato 46 volte, uccidendo i tre assalitori.

Le 10 bottiglie molotov

Nel retro del furgone, gli investigatori hanno trovato una decina di bottiglie molotov e due fiamme ossidriche. "Erano ancora vicini al van - ha affermato il comandante della Met Police - c'è la possibilità che potessero tornarvi". A bordo c'erano poi sedie da ufficio, una valigia e sacchi di ghiaia, forse caricati per aggiungere peso oppure come copertura per le loro attività. La casa di Redouane, a Barking, era il rifugio-base dei tre. Qui erano stati preparati il piano e l'attentato.

Vi è stata trovata una copia in lingua inglese del Corano, lasciata aperta a una pagina che descriveva il martirio, così come altri materiali legati all'attacco.

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