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Londra, telecamere per il riconoscimento facciale contro il crimine

Contro il massiccio ricorso della polizia di Londra agli scanner facciali sono subito scese in campo le associazioni a difesa dei diritti umani

Londra, telecamere per il riconoscimento facciale contro il crimine

La polizia di Londra ha di recente annunciato di volere impiegare, nell’ambito delle proprie indagini, le moderne tecnologie per il riconoscimento facciale.

Scotland Yard ha infatti comunicato, riferisce Voice of America, che ricorrerà a breve ad avanzati dispositivi di scansione del volto, prossimi a essere installati in aree affollate della capitale britannica.

In particolare, sottolinea l’emittente americana, le telecamere in questione saranno collocate all’interno di quartieri “sensibili”, ossia indicati dall’intelligence di Sua Maestà come covi di criminali di primo piano.

Le tecnologie che il Metropolitan Police Service metterà in campo prossimamente, evidenzia il network, saranno di fabbricazione giapponese, in quanto prodotte dalla multinazionale nipponica NEC Corporation.

Compito delle telecamere per il rilevamento facciale sarà passare letteralmente al setaccio i volti delle persone che affollano determinate aree di Londra e accertare se i visi scansionati combaciano o meno con gli identikit, salvati nei database della polizia criminale, di soggetti ricercati per reati gravi, principalmente per sparatorie, accoltellamenti e abusi su minori.

L’iniziativa promossa da Scotland Yard per potenziare le sue indagini è stata immediatamente presentata dallo stesso organo di informazione americano comeuno dei più aggressivi impieghi della tecnologia di riconoscimento facciale in una democrazia occidentale”. L’emittente ha quindi segnalato le forti critiche avanzate dalle ong a difesa dei diritti umani contro la recente strategia delle forze dell’ordine.

Le associazioni per le libertà civili, fa sapere Voice of America, hanno appunto contestato il massiccio ricorso della polizia londinese ai dispositivi per la scansione dei volti bollandolo come una grave minaccia alla riservatezza e all’intimità dei cittadini, nonché come una pericolosa “espansione” dei poteri di controllo dello Stato sulle persone.

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