Ecco le nuove potenze che controllano l'Africa

Il libro La loro Africa di Matteo Giusti spiega nel dettaglio come hanno fatto quelle che un tempo erano considerate "potenze emergenti" ad impossessarsi del continente africano

Ecco le nuove potenze che controllano l'Africa

C'era una volta l'Africa, un continente dimenticato da Dio, sinonimo di povertà e arretratezza. Oggi questa immensa regione, tre volte più estesa dell'Europa, sta iniziando a prendere consapevolezza delle sue potenzialità. Si è però ritrovata suo malgrado al centro di un complesso gioco geopolitico. Suo malgrado: perché, nonostante le luci dei riflettori puntate addosso, l'Africa continua ad essere un soggetto passivo, in balia delle grandi potenze mondiali. Archiviati i secoli più bui del colonialismo europeo, la nuova corsa al continente africano comprende infatti protagonisti inediti, come Cina, Russia, Turchia e Israele. Scordatevi l'Occidente. Come ricostruisce nel dettaglio La loro Africa. Le nuove potenze contro la vecchia Europa di Matteo Giusti (Castelvecchi editore), sono loro, adesso, i principali partner dei Paesi africani, che da tempo cercavano rapporti commerciali e politici più equi.

La nuova corsa all'Africa

Nel recente passato gli europei sono stati i veri "padroni" dell’Africa. Lo hanno messo nero su bianco con vari trattati e decidendo, in certi casi, perfino i confini di questo gigante. Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Belgio, Germania e anche Italia avevano così preso il controllo di un intero continente sfruttandone ogni risorsa. Nel secolo scorso è arrivata la liberazione, o presunta tale, del Continente Nero, la stessa liberazione che ha portato alla nascita degli stati che oggi compongono un universo tanto articolato quanto fragile. In realtà dal 1960, famoso e consacrato anno dall’indipendenza per moltissimi Paesi africani, la forma di controllo dei vecchi colonialisti europei è semplicemente cambiata.

Dimenticatevi tutavia le vecchie incursioni cinesi e russe d'epoca maoista e sovietica, architettate per lo più a fini ideologici. Adesso è la geopolitica che conta. Stringere accordi con i governi, investire nella costruzione di infrastrutture, estrarre minerali o metalli preziosi: eccoli gli obiettivi 2.0 da centrare al più presto in una corsa sfrenata e altamente competitiva. Ognuno si affida ai migliori mezzi che ha a disposizione. La Cina punta tutto su investimenti e prestiti, sull'eco della Nuova via della Seta, nonché sugli scambi commerciali. La Russia è ben lieta di vendere armi e mezzi militari in cambio di risorse preziose. Turchia e Israele si servono, invece, rispettivamente dell'Islam e dell'intelligence.

Europa e Usa fuori dai giochi

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Quelle che un tempo erano considerate "potenze emergenti", nella totale indifferenza del mondo occidentale, si sono praticamente impossessate dell'Africa. In un momento cruciale per la storia dell'umanità, dove la carenza di materie prime si fa sentire, si capisce che chi riuscirà ad avere il controllo dell'Africa controllerà, a sua volta, l'economia mondiale. Per capire come siamo arrivati a questo punto e cosa potrà accadere, si rimanda al volume di Matteo Giusti. La Loro Africa, edito da Castelevecchi e arricchito dalla prefazione dell'ambasciatore Sergio Romano - a Mosca negli anni della Guerra Fredda - fotografa alla perfezione il gioco appena iniziato. Un gioco che vede l’Europa, soprattutto la Francia, sbattuta fuori da quella che è sempre stata una sua zona d’influenza, e gli Stati Uniti, che per scelta hanno abbandonato il continente, esclusi dalla partita.

Eppure l'Africa avrebbe tutte le carte in regola per intraprendere una decisa "ascesa", a cominciare dalle enormi ricchezze incastonate nei 54 Paesi che la compongono.

L'instabilità politica, l'arretratezza economica – non sempre causa diretta del colonialismo – e la presenza in loco di attori stranieri sempre più radicati nei contesti locali, hanno impedito e impediranno - chissà ancora per quanto - al Continente Nero di liberarsi dal peso della sua storia. "In Africa si bcuriano le bandiere francesi e si agitano quelle cinesi, turche o russe. Il vento è cambiato e la vecchia Europa se ne è accorta troppo tardi". Benvenuti nell'Africa di domani.

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