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L'Ue si spacca sul gas: nessuna decisione sul tetto al prezzo

Berlino è contraria, altri Paesi, tra cui l'Italia, a favore di un tetto generalizzato al gas importato. Per l'Ue non si possono trattare gli altri fornitori come la Russia

L'Ue si spacca sul gas: nessuna decisione sul tetto al prezzo

Ancora un rallentamento sul tetto al prezzo del gas, il cosiddetto "price cap". Jozef Sikela, ministro dell'Industria della Repubblica Ceca, ha frenato immediatamente le aspettative di chi credeva che oggi al Consiglio straordinario sull'Energia a Bruxelles si sarebbe giunti quantomeno a un accordo di massima. "Mi aspetto che andremo avanti passo dopo passo, implementando le misure strada facendo. Potrebbe essere il prossimo punto in agenda", ha detto il rappresentante di Praga. Ed è un commento rilevante dal momento che al suo Paese spetta la presidenza di turno dell'Unione europea.

Il dossier appare estremamente divisivo all'interno dell'Unione europea. Kadri Simson, commissaria Ue all'energia, arrivando al Consiglio dei ministri ha spiegato il punto di vista di Bruxelles: "Poiché diversi Stati membri si aspettano soluzioni diverse, la Commissione deve presentare un'idea che goda di un ampio sostegno". "Dobbiamo trovare un modo che sia accettabile per tutti gli Stati membri", ha concluso Simson. Ma la partita non sembra affatto semplice visto che esistono diversi membri dell'Unione sulle barricate, in primis la Germania.

Le spaccature sul price cap

Il nodo, in questo momento, appare la differenza di vedute sul tipo di tetto al prezzo del gas. Per alcuni Paesi, in special modo i 15 firmatari di una lettera a Bruxelles (tra cui Italia, Francia, Polonia e Spagna), l'obiettivo dovrebbe essere quello di un tetto generalizzato ai prezzi del gas importato. Per altri, invece, basta il solo tetto al prezzo del gas russo senza incidere su altri fornitori. Come riferisce Ansa, fonti diplomatiche tedesche hanno fatto sapere che il "no" di Berlino a un price cape universale sul gas non è "ideologico" ma derivante dal fatto che occorre "garantire la sicurezza degli approvvigionamenti": con un tetto al prezzo che va a colpire tutte le importazioni, spiegano da Berlino, "c'è un alto rischio che il Gnl vada verso l'Asia o altrove".

Il punto di vista della Germania è pertanto quello di negoziare alla fonte, senza imporre un prezzo massimo di natura continentale. Una linea che sembra avere fatto breccia anche all'interno della Commissione, dal momento che la stessa commissaria Simson ha confermato di non potere "trattare tutti i fornitori di energia allo stesso modo. La situazione russa è diversa, si è dimostrata un fornitore inaffidabile. Per questo proponiamo un price cap al gas russo e di negoziare il prezzo con gli altri partner che sono affidabili".

Il nodo tedesco

La scelta del governo di Olaf Scholz di sostenere con un maxi piano di aiuto le famiglie e le imprese tedesche ha sollevato anche dubbi sul fatto che questo non possa essere definito come "aiuto di Stato". Cosa che renderebbe la mossa di Berlino incompatibile con il diritto dell'Unione europea. Un portavoce della Commissione Ue, parlando con i giornalisti, ha sottolineato che è compito degli altri Stati membri "notificare alla Commissione Europea" se la decisione tedesca sia da ritenere "aiuto di Stato", mentre compito della Commissione è quello di "monitorare che ci siano ragionevoli livelli di aiuto di Stato ed evitare distorsione nel mercato unico". "Bisogna separare la natura politica del dibattito dal ruolo della Commissione, che è più giuridico, ovvero far rispettare il quadro di regole attuale" ha concluso il portavoce.

La posizione italiana

Sulla politica tedesca, che riguarda non solo il blocco al price cap ma anche l'investimento per 200 miliardi di euro come scudo nei confronti dei cittadini e delle imprese colpite dall'impennata dei prezzi, ha parlato l'eurodeputata Luisa Regimenti, di Forza Italia. "La decisione della Germania, di stanziare un fondo autonomo 200miliardi di euro per creare uno scudo ai propri cittadini, svincolandosi dal resto dell’Ue, rischia invece di compromettere questo percorso unitario, perché non solo rompe il patto di solidarietà europea in nome di un interesse prettamente nazionale, ma provoca ricadute negative sull’inflazione e sulla regolamentazione dei prezzi” ha spiegato la deputata di Fi in un incontro con la stampa. Per la rappresentante azzurra, "l’Ue deve essere più ambiziosa, recependo le proposte di Forza Italia, che ha un ruolo determinante all’interno del Ppe, per porre un tetto al prezzo del gas, superando gli egoismi degli altri Paesi, e dando vita a un nuovo recovery fund per la crisi energetica, sul quale ci battiamo da molto tempo".

Intanto da Berlino fanno sapere di essere pronti a collaborare con Roma anche con il prossimo esecutivo.

"Il governo tedesco è complessivamente pronto a collaborare con i governi dei paesi partner" e, spiega il portavoce Steffen Hebestreit, l'amicizia con l'Italia è "profonda" e "così resterà".

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