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Macedonia, rischia di riesplodere la tensione etnica con la minoranza albanese

Resta alta la tensione in Macedonia dove ieri un gruppo di nazionalisti ha assaltato il Parlamento per protestare contro la nomina di un albanese alla presidenza della camera. Il presidente della FYROM, le autorità albanesi e l'Ue invitano alla calma

Macedonia, rischia di riesplodere la tensione etnica con la minoranza albanese

È ancora alta la tensione a Skopje, dove l’intesa tra i partiti della minoranza albanese e i socialdemocratici per l'elezione dell'albanese Talat Xaferi alla carica di presidente del Parlamento, rischia di far scoppiare nuove tensioni etniche nel Paese.

Oltre 100 persone sono rimaste ferite, infatti, dopo che, nella serata di ieri, un gruppo di nazionalisti sostenitori del Partito Democratico per l’Unità Nazionale Macedone ( Vmro-Dpmne) hanno fatto irruzione in Parlamento mentre era in corso il dibattito per l’elezione del presidente, aggredendo alcuni deputati, compreso il leader dei socialdemocratici, Zoran Zaev, e scontrandosi con le forze di polizia. Secondo quanto riporta la Bbc, circa duecento persone mascherate hanno assaltato l'edificio. I testimoni raccontano di vetri rotti sul pavimento e tracce di sangue ovunque. La polizia è riuscita a far uscire i deputati dal palazzo solo dopo aver disperso i manifestanti con l’utilizzo di granate stordenti.

A scatenare la violenza è stata la nomina di Talat Xafheri, esponente del partito Unione Democratica per l'Integrazione, che rappresenta la minoranza albanese in Macedonia, alla carica di presidente del Parlamento. Nomina ritenuta illegittima e anticostituzionale dai nazionalisti del Vmro-Dpmne. Le elezioni anticipate dello scorso 11 dicembre erano state vinte, infatti, dal leader dei nazionalisti macedoni del Vmro-Dpmne, Nikola Gruevski, che non era riuscito, però, a formare il nuovo governo, rifiutando l'alleanza con i partiti rappresentanti della minoranza albanese. L’accordo con i partiti della minoranza albanese è stato raggiunto, invece, dal leader dei socialisti, Zoran Zaev, che ora avrebbe, quindi, i numeri per governare. Il presidente macedone Gjorge Ivanov, tuttavia, si rifiuta di conferire a Zaev il mandato esplorativo per formare un nuovo governo. La nomina dell’albanese Xafheri, avvenuta sulla base della decisione espressa dalla maggioranza parlamentare di 67 seggi, costituita dall’alleanza tra socialisti e partiti rappresentanti della maggioranza albanese, risulterebbe, quindi, irregolare per i nazionalisti.

Da mesi i nazionalisti del Vmro-Dpmne protestano nelle strade di Skopje contro il tentativo di Zaev di formare un nuovo governo. E il tentativo di eleggere un albanese alla presidenza del Parlamento è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il timore dei nazionalisti, infatti, è che l’elezione di Xafheri possa accrescere la posizione sociale della minoranza albanese, che rappresenta circa un quarto della popolazione locale, minacciando l’integrità della Macedonia. I nazionalisti accusano, infatti, i partiti che rappresentano la minoranza albanese, di sostenere il progetto della “Grande Albania”, con l’obbiettivo di annettere a Tirana le regioni macedoni prevalentemente abitate da albanesi. Così, sulla scia dell’instabilità politica che da lungo tempo interessa il Paese, rischiano di riesplodere le tensioni etniche che portarono al conflitto del gennaio 2001 tra l’Esercito di Liberazione Nazionale albanese (UÇK), e le forze armate macedoni.

Il leader dell'alleanza conservatrice Vmro-Dpmne, l’ex primo ministro, Nikola Gruevski, ha condannato l’attacco di ieri contro i deputati di opposizione. Appelli alla calma sono arrivati, inoltre, dal presidente macedone Ivanov, che ha chiesto ai leader dei maggiori partiti politici di riprendere il dialogo e avviare nuove consultazioni, e dalle autorità di Tirana. Il premier albanese Edi Rama, ha chiesto ieri agli albanesi residenti nella FYROM di “evitare provocazioni". La situazione in Macedonia “è un problema per l'intera regione”, ha detto, invece, il ministro degli Esteri di Belgrado, Ivica Dacic, dopo che ieri il premier serbo, Aleksandar Vucic, aveva espresso preoccupazione, invitando i leader politici del Paese a trovare una soluzione pacifica.

Condanne per quanto accaduto ieri nel Parlamento di Skopje sono arrivate anche dall’Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, dal commissario Ue per l'Allargamento, Johannes Hahn, che hanno fatto appello alla moderazione. Si è detto “scioccato” dall’attacco il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Dopo gli scontri di ieri sera, sono centinaia i nazionalisti che restano accampati di fronte al palazzo del Parlamento.

I manifestanti hanno annunciato che non se ne andranno finché non sarà ripristinata la legalità istituzionale.

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