Arriva da Londra una delle tante storie della disperazione portate dalla pandemia di covid. Una giovane madre Olga Freeman di 40 anni ha ucciso il figlio Dylan di 10 anni affetto dalla sindrome di Cohen, una malattia genetica rara caratterizzata dal ritardo nello sviluppo che crea disabilità, obesità del tronco e gravi problemi alla vista.
La donna ha compiuto l’insano gesto ad agosto dopo un grave esaurimento nervoso causato dalla decisione del servizio sanitario di sospendere le cure per il piccolo dopo il primo lockdown. La notizia è stata diffusa oggi quando Olga, ex moglie del famoso fotografo Dean Freeman si è presentata davanti ai giudici
In quel periodo la donna che aveva lottato con tutte le sue forze per riuscire a badare da sola al figlio aveva sviluppato una sorte di esaurimento nervoso con delirio di onnipotenza. Questa l’aveva portata a dichiararsi “il secondo Gesù con la necessità di sacrificare l’amato figlio per creare equilibrio nel mondo”. Dylan prima dell’avvento del covid, frequentava una scuola speciale cinque giorni alla settimana, ma durante il primo lockdown tutto l’onere delle pesanti cure era ricaduto sulla madre che non aveva praticamente aiuti.
Una ex baby sitter ha raccontato che pur di darle un piccolo aiuto, prendeva il bambino due ore a settimana per portarlo al parco "in modo che la madre potesse riposarsi un po’. Era molto difficile prendersi cura di lui, spesso prendeva a calci e pugni e buttava all’aria qualsiasi cosa trovasse”. Ha dichiarato ai giudici.
La stessa aveva incontrato la mamma di Dylan solo la settimana prima dell’omicidio e l’aveva trovata “molto stressata perché quella situazione era diventata un vero inferno”. La donna avrebbe deciso di uccidere il figlio mettendogli una spugna in bocca e poi facendolo morire per soffocamento accanto ai suoi giocatoli. Davanti ai giudici ha ammesso l’omicidio anche se il suo avvocato difensore ha sottolineato la sua situazione psicologica e l’aumento della difficoltà delle cure del ragazzo nell’ultimo anno.
Più di un testimone ha raccontato l’abnegazione della mamma nel cercare di curare il figlio. La donna aveva chiesto aiuto anche all’ex marito che in quel periodo era però in Spagna per lavoro e le era stata negata l’assistenza da parte del servizio sanitario.
Durante la dichiarazione davanti ai giudici, ha raccontato di aver ucciso il bambino nel modo più dolce possibile facendolo prima addormentare con una forte dose di melatonina e mettendo poi il corpo in mezzo ai suoi giocattoli preferiti “per dargli una morte dignitosa e serena”.
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