Mearsheimer: "Il futuro del mondo è incerto"

Per il professor John J. Mearsheimer, autore del saggio “Ritorno al futuro” (edizioni La Vela), i grandi giorni dell’Europa sono finiti. Ecco perché

Mearsheimer: "Il futuro del mondo è incerto"

Professor John J. Mearsheimer, come è nato il saggio “Ritorno al futuro” (edizioni La Vela)?

"Quattro ex capi di Stato, Valéry Giscard d’Estaing, James Callaghan, Helmut Schmidt e Gerald Ford, sul finire della Guerra Fredda, si ritrovarono fuori Londra per discutere sul futuro dell’Europa. Ero uno dei due advisors di Ford e fu così che scrissi RITORNO AL FUTURO. Come advisor, dovevo stilare un documento che sarebbe servito da base per il confronto che avrebbe avuto luogo fra i presidenti".

È incerto il futuro dell’Europa. Sarà un nuovo bipolarismo come dice Trump? O un mondo multipolare, come dice Xi Jinping?

"Non esiste oggi nessun paese europeo che detenga un vero potere. I grandi giorni dell’Europa sono finiti. Le due vere grandi potenze mondiali sono gli Stati Uniti e la Cina e a questi si aggiunge la Russia. Il mondo è già multipolare. Alla fine della Guerra Fredda, siamo transitati dal bipolarismo verso l’unipolarismo, dove l’unica grande potenza erano gli Stati Uniti. Ecco però che nel 2016 accade un altro mutamento: da un mondo unipolare, passiamo al mondo multipolare".

Crede che l’Europa dovrà dipendere da queste superpotenze?

"L’Europa dipende da sé stessa, ma non è un paese, è una collezione di paesi sovrani, che intrattengono rapporti esteri ciascuno in modo differente. Noi americani ci chiediamo: come si relazionerà ciascun paese europeo con la Cina e con gli Stati Uniti rispettivamente? E se diventeranno l’uno il peggior nemico dell’altro, prospettiva più che realistica, come reagiranno i paesi europei? Cercheranno di mediare senza schierarsi con nessuno?"

Lei è il fautore della teoria del “realismo offensivo”, per il quale le superpotenze sono animate dal desiderio di conquistare l’egemonia mondiale: pensa che una sorta di compromesso, conventio ad excludendum, per non escludere nessuno in un mondo globale e multipolare, potrebbe essere realistico?

"Lo escludo. Gli Stati Uniti e la Cina competeranno aspramente, in tutto il mondo, anche in Europa. La Cina vuole dominare e vuole imitare gli Stati Uniti; dalla prospettiva cinese ha un senso, ma gli Stati Uniti non lo vogliono. Resta una competizione a somma zero e solo un paese può dominare il mondo, non due. Un condominio è perciò escluso a priori, poiché non è così che funziona la politica internazionale, che è uno sporco affare e gli Stati Uniti e la Cina arriveranno fino alla guerra, se necessario".

La Russia resterà in panchina?

"Potrebbe schierarsi con la Cina o con gli Stati Uniti, o restare neutrale".

Sappiamo molto sulla politica internazionale di Trump, ma non è chiaro cosa farà Biden

"Se Biden verrà eletto, gli Stati Uniti non cambieranno posizione sulla Cina. Biden potrebbe fare meglio di Trump, ma niente cambierà tra Beijing e Washington".

Trump sembra essere in buoni rapporti con Putin, ma tra i democratici ancora scorre l’acido corrosivo del passato

"La Russia è sempre più debole. Trump ha stretto buoni rapporti con Putin, ma non è in grado di mantenerli, a causa dello scandalo sulla presunta ingerenza russa nelle elezioni. Trump ha vinto senza brogli, ma il problema sono le relazioni tra i democratici e la Russia, che non sono mai migliorate. Se Biden verrà eletto però, i democratici faranno di tutto per andare d’accordo con i russi.

Ero a Mosca due settimane prima delle elezioni nel 2016 e i russi davvero speravano che Trump vincesse. I russi oggi rimpiangono che Trump abbia vinto, perché hanno capito che con Hillary Clinton sarebbe stato tutto più facile".

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