Aveva 95 anni ed era considerato un eroe. È morto ieri a Nizza Michel Bacos, il pilota del volo Air France, dirottato nel 1976, mentre da Tel Aviv volava verso Parigi.
Il volo aveva fatto scalo ad Atene, per prendere a bordo altri passeggeri: tra loro anche due tedeschi e due palestinesi, che diedero il via al dirottamento, all'altezza del canale di Corinto. Il capo del commando puntò una pistola alla nuca del pilota e lo costrinse a fare rotta verso l'aeroporto internazionale di Entebbe, in Uganda. Lì, i dirottatori, due palestinesi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e due militanti della Banda Baader-Meinhof, divisero i passeggeri ebrei dai non ebrei, invitando questi ultimi ad andare. Ma Bacos decise di rimanere con i suoi passeggeri, i 106 ostaggi identificati come ebrei: "A un certo punto ci annunciarono che una parte dei passeggeri sarebbe stata liberata", aveva raccontato il pilota, "Io riunii l’equipaggio e dissi loro che il nostro dovere era di restare. Furono tutti d’accordo, senza eccezioni".
Sei giorni dopo, con un raid dell'esercito israeliano e ugandese, gli ostaggi vennero liberati.
Nella sparatoria che anticipò la liberazione rimasero uccisi tre ostaggi, un ufficiale istraeliano (fratello del premier Benjamin Netanyahu) e 20 soldati ugandesi, oltre a tutti gli assalitori.Michel Bacos, per il suo coraggio, ha ricevuto la Legion d’Onore ma ha sempre rifiutato di essere chiamato eroe:"I veri eroi sono quelli che hanno rischiato la vita per liberarci".
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