Nairobi, riapre il centro commerciale teatro della sparatoria del 2013

A due anni dalla strage, Nairobi ha vinto la sua battaglia con i demoni passati, con gli incubi di settembre e con gli uomini vividi di orgoglio di odiare

Nairobi, riapre il centro commerciale teatro della sparatoria del 2013

Era l'anno 2013, il mese di settembre, il giorno 21, quando l'incubo si rese concreto. Nairobi sprofondava in una palude di morte: un commando di miliziani islamisti legati ad Al Shabab aveva assaltato il centro commerciale Westgate. Spari ovunque, esplosioni, elicotteri in cielo e fiamme che travolgevano il supermercato. Il mondo intero era incollato alle immagini che mostravano bambini sdraiati, pancia a terra, tra le corsie delle merci, feriti in fuga sui carrelli della spesa e corpi esanimi.

Le granate e i colpi di kalashnikov violentavano la capitale del Kenya e quel terrore in diretta da Nairobi contaminava tutti, come se un sacro orrore, una paura assoluta, avesse paralizzato non solo la capitale africana, ma interi continenti. E così il terrorismo vinceva. Non bastavano i corpi speciali e l'esercito a trionfare, ma era l'incubo a esultare: l'aria era febbrile, ammalata di paura e 68 erano i morti, cittadini di diverse nazionalità. Questo il bilancio della giornata di jihad.

Ma il Kenya, a due anni di distanza, ha vinto la sua battaglia con i demoni passati, con gli incubi di settembre e con gli uomini vividi di orgoglio di odiare. Quel centro commerciale, Westgate, da mutuo santuario della tragedia, sabato riaprirà i battenti, metamorfizzandosi in un simbolo della voglia di rinascita e di lotta al fanatismo. Il governatore di Nairobi, Evans Kidero, ha così parlato in merito alla riapertura dello super-store: «Come nazione noi abbiamo pianto, ci siamo disperati, ma il Westgate è tornato!». Ha poi aggiunto il suo augurio, confidando che la gente affluisca al Westgate e ribadendo il concetto che Nairobi è una capitale sicura.

A riprova, ha ricordato il fatto che il Presidente statunitese Obama vi si recherà il prossimo 24 luglio. Misure di sicurezza, in ogni caso, sono state adottate: rivelatori di esplosivi, metal detector, torri di guardia, strumenti di controllo delle automobili e una compagnia privata israeliana avrà il compito di vigilare il centro.

E, se le misure antiterroristiche rappresentano la concreta risposta a quello che è stato un pericolo celato ma assoluto, la volontà di rinascita è l'arma incontrastata contro quell'eresia occultata in fede, nata dal proselitismo dell'irrazionale, dove la morte è adulata come vita.

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