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Nei Panama Papers spunta Putin. Ma il Cremlino accusa: "Dietro c'è la Cia"

Nelle carte della Mossak Fonseca tirati in ballo banchieri e oligarchi. Ma il vero obiettivo è sempre Putin accusato di aver nascosto 2 miliardi. Mosca contrattacca e accusa l'Occidente

Nei Panama Papers spunta Putin. Ma il Cremlino accusa: "Dietro c'è la Cia"

Dopo il gossip di bassa lega, l'assalto ai capitali. Il terremoto scatenato dai Panama Papers punta dritto al Cremlino e, ovviamente, a Vladimir Putin. Tanto che molti analisti non nascondono i dubbi su un possibile aiutino degli Stati Uniti e della Casa Bianca a far uscire sui giornali di mezzo mondo i nomi di correntisti off shore. "Sappiamo bene chi fa parte di questa cosiddetta comunità giornalistica - accusa il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov - ci sono molto giornalisti la cui occupazione principale non è il giornalismo, ci sono molti ex rappresentanti del dipartimento di Stato, Cia e altri servizi speciali".

La scorsa settimana Mosca già avvertiva: "È in arrivo un pesante attacco mediatico nei confronti del presidente Putin, costruito su falsità e calunnie totalmente inventate". Prima sono arrivate le sparate "gossippare" su una presunta relazione tra Putin e Wendi Deng, ex moglie di Rupert Murdoch. Ora, con la pubblicazione dei Panama Papers, è stata ricostruita dettagliatamente la cassaforte privata dei veri padroni della Russia. La rete, spiega Nicola Lombardozzi su Repubblica, "vede Putin al centro di un intrigo di conti offshore per due miliardi di dollari che alimentano ricchezze e potere. Personaggi noti, discussi ma finora intoccabili che gravitano attorno al presidente addirittura dai tempi della scuola nell’allora Leningrado". In realtà anche nelle migliaia di pagine che arrivano da Panama il nome del presidente russo non compare nemmeno una volta. Il capo della Commissione per la sicurezza e la lotta alla corruzione della Duma, Irina Yarovaya, non esclude che l'Occidente continuerà gli "attacchi mediatici" nei confronti della leadership e del popolo russi. "L'attacco di ieri non ha avuto effetto e la Russia continua a vivere e a lavorare e il mondo, come prima, lega al nostro presidente e al nostro paese le speranze al diritto e alla sicurezza", ha dichiarato la Yarovaya secondo cui "non vi è dubbio che l'oggetto di questi attacchi sono i cittadini russi".

Nella lista pubblicata ieri il nome meno noto è sicuramente Serghei Roldugin. Conosce Putin a vent'anni e diventa il suo amico più fidato e segreto. È defilato rispetto alla cerchia ufficiale che circonda il presidente russo. Stando alle carte della società Mossak Fonseca sarebbe stato questo 64enne schivo a creare e gestire per conto dell'amico una serie di società offshore dove sono depositati in un paradiso fiscale 2 miliardi di dollari. "Le sue operazioni attraverso conti segreti ammontano a centinaia di milioni di euro - si legge su Repubblica - utilizzati per acquisire asset nazionali di grande prestigio come quello della fabbrica di autotreni Kamaz". A far conoscere Putin e Roldugin fu il fratello di quest'ultimo, Yevgheny, che aveva frequentato con il presidente russo la scuola del Kgb. Nel 1985 è padrino della primogenita di Putin e Ludmilla (hostess che Roldugin presentò al marito nel 1983), Maria. Da otto anni Serghei era già il miglior amico di Vladimir chiamato a casa Roldugin, Volodya.

Gli altri nomi che compaiono nei Panama Papers figurano già nelle liste nere di sanzioni americane ed europee scattate dopo l’invasione della Crimea. Tra questi spicca Jurij Kovalcjuk, presidente della Banca Rossija con asset per 13 miliardi di euro. "Kovalcjuk fa parte del gruppo della cooperativa Ozero (lago) grazie alla quale il giovane Putin, all’inizio della sua irresistibile ascesa, costruì un villaggio di dacie su un lago nella vicina Carelia - scrive ancora Repubblica - banchiere con la passione della televisione, Kovalcjuk è considerato il banchiere personale di Putin - continua - la Rossjia si è offerta di risolvere i primi problemi della Crimea ed è stata ripagata con larghi favori governativi". Le carte di Mossak Fonseca portano anche alla Rcb, sussidiaria della banca di stato Vtb, con sede a Cipro. E ancora: Gennadij Tymchenko e i fratelli Rotenberg. La Novaya Gazeta, invece, punta sui nomi importanti della politica russa: si passa dalla moglie del portavoce di Putin Dmitri Peskov, Tatiana Navka, al figlio del ministro per lo Sviluppo Economico Alexei Ulyukayev, dall'ex moglie del vice sindaco di Mosca Maxim Liksutov al nipote del segretario del Consiglio di Sicurezza della Russia Nikolai Patrushev, fino al figlio del vice ministro dell'Interno Igor Zubov. Una vera e propria tela.

Che, però, a tesserla siano i nemici di Putin è un sospetto tutt'altro che infondato.

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