Incarnato pallido e pelle madida di sudore. Occhi lucidi. Si presenta così Petrenko Ivgeniy Viktorovich: il primo ostaggio russo ad esser protagonista di un video-appello delle bandiere nere (Guarda il video).
Il terrore non cambia. Glielo leggi negli occhi sgranati ed è identico a quello che raccontano tutti gli sguardi che prima del suo hanno incrociato quelli dei tagliagole. A lui però non spetta la tuta arancione. La stessa che – per le prima volta – spunterà addosso a James “Jim” Foley quel maledetto 19 agosto di due anni fa e diverrà la cifra distintiva di ogni prigioniero.
L’ostaggio russo si presenta come Petrenko Ivgeniy Viktorovich, è insolitamente vestito di nero. Lo stesso colore dei suoi aguzzini. Berretto e camicia fregiata da un’etichetta su cui s’intravede la scritta “infedele”. L’uomo, sulla quarantina, sostiene di essere un agente dei Servizi federali per la sicurezza della Federazione Russa, noti con l’acronimo Fsb ed eredi del famigerato Kgb sovietico.
Lo 007 si rivolge direttamente al presidente della Federazione Russa Vladimr Putin. Chiede di esser liberato ed esorta il Cremlino ad utilizzare allo scopo le numerose informazioni in possesso dell’intelligence russa. Nel video, che dura poco più di due minuti ed è sottotitolato in arabo, non vengono chiarite le circostanze della cattura di Petrenko. Un appello molto simile era stato lanciato agli albori della sua prigionia anche da John Cantlie, il reporter britannico rapito in Siria nel 2012 e mai più rilasciato.
A realizzare il documento è l’emittente irachena Al Furat Media Foundation, una delle
principali casse di risonanza della propaganda di Abu Bakr Al Baghdadi. Site Intelligence Group, società statunitense con sede nel Maryland, lo rilancia immediatamente. Mosca per ora tace.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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