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Usa, per combattere l'Isis si sta aiutando Al Nusra

L'Isis indietreggia. Al Nusra avanza ed è pronta a ritagliarsi un ruolo importante nella guerra anti-Is. Per abbattere Al Baghdadi, l'America è pronta ad andare contro se stessa e scendere a patti con i terroristi di Al Nusra?

Usa, per combattere l'Isis si sta aiutando Al Nusra

L'America attaca e bombarda le postazioni dell'autoproclamato Stato Islamico. I raid colpiscono gli obiettivi e sfiancano i jihadisti armati dalla sapiente propaganda di Al Baghdadi. Ma qualcosa turba l'Intelligence e la Difesa a stelle e strisce.

Sebbene l'Isis indietreggi, un altro gruppo terrorista si fa strada in Siria. È quello di Jabhat al Nusra. Un gruppo di rivoltosi armati, attivi sul territorio siriano con lo scopo di rovesciare il governo di Baššār al-Asad. Un obiettivo legato alla volontà di creare uno Stato Islamico governato dalla sharia. Secondo il generale Sean MacFarland, che guida la guerra degli Usa al Califfato, in un recente briefing con i giornalisti, sottolinea come Al Nusra sia una lama a doppio taglio per la guerra ai tagliagole. Infatti spiega: "Ora sappiamo che il Fronte al Nusra e lo Stato Islamico non vanno d'accordo, credo che possiamo dire che se indeboliamo l'Is di questo può beneficiarne al Nursa". Ma c'è chi osserva che Al Nusra stia combattendo insieme a gruppi locali di ribelli che hanno ricevuto armi e sostegno in funzione anti-Isis dagli Usa.

Ma se per MacFarland attacare l'Isis significa aprire le strada ad altre frange di terrore a stampo islamico, c'è chi propone di unirsi, ufficialmente, proprio con gli "avversari". David Petraus, ex capo della Cia e generale dei surge in Iraq ed Afghanistan, abbraccia questa filosofia, quella del "Il nemico del mio nemico è mio amico". Un pensiero sostenuto anche da Barak Mendelsohn, esperto di terrorismo e autore di The Al Qaeda Franchise, che spiega: "È effettivamente notevole che sia riuscita a sopravvivere, nonostante l'Is", sottolienando quindi le abilità di quelli di Al Nustra. Questi, forti delle esperienze in Iraq, sono tornati con una nuova strategia meno violenta. E come spiega il professore dell'Haverford College: "Al Nusra ha assunto modalità meno terrorizzanti e si è confusa con il resto degli insorti per avere la popolazione più favorevole nei suoi confronti". Una decisione già vista in altri gruppi, come la più famosa Al Qaeda che dopo essere stata in parte "alleata" allo Stato Islamico, ha scelto di riorganizzarsi; radicandosi tra la popolazione e presentandosi, per così dire, come un movimento jihadista più ragionevole e moderato rispetto agli uomini di Al Baghdadi.

Il cambiamento di Al Nusra, e la preoccupazione di un nuovo nemico da combattere, è confermato anche da un'alta fonte della Difesa americana: "C'è preoccupazione perchè Jabhat al Nusra e al Qaeda si stanno ricostruendo, i raid e il caos nella regione hanno aperto loro una porta".

L'America si trova davanti un bivio: da un lato la possibilità di prepare nuovi raid contro un altro gruppo di terroristi, dall'altro abbracciare la proposta del "il nemico del mio nemico è mio amico" di Petraus.

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