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Niente più carcere per chi osa sfidare il velo a Teheran

Un piccolo passo avanti nella capitale iraniana. Ma le norme restano in vigore

Niente più carcere per chi osa sfidare il velo a Teheran

Non rischieranno più di essere arrestare e sbattute in cella e nemmeno di essere denunciate per non avere osservato le norme sull'abbigliamento imposte dalla rivoluzione islamica del 1979. In Iran arriva un passo avanti per le donne, copn il generale Hossein Rahimi, capo della polizia di Teheran, che in parole riportate dal quotidiano Sharq spiega che chi non segue alla lettera i dettami non verrà più perseguito.

Non cambiano le richieste alle donne: potranno girare come meglio gli pare, ma se dovessero violare le norme verrebbero comunque costrette a partecipare a quelli che Rahimi ha definito corsi educativi tenuti dalle forze dell'ordine. Se però dovessero violare più volte il codice d'abbigliamento allora la legge varrebbe eccome. E per chi vive fuori dalla Capitale cambierà poco o nulla.

Il passo in avanti è piccolo, ma sembra se non altro un piccolo cedimento alle richieste di molte tra le più giovani, che da tempo in Iran sfidano le severe norme sull'abbigliamento, con veli che coprono (o non coprono) i capelli che altrove sarebbero considerati decisamente poco consoni alla morale islamica o usando smalti per le unghie, considerati altrettanto inaccettabili dai più ortodossi tra i musulmani.

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