TolosaCambia il tono, l'approccio con il popolo gollista. Scompaiono i fasti dell'uomo solo al comando, le grandi convention. Niente che ricordi il vecchio Nicolas Sarkozy. È l'inizio della campagna per le primarie che il 28 novembre dovrebbero consegnare all'Ump il candidato alle presidenziali francesi. E alla Francia il ritorno sulla scena politica di Sarkozy: da leader (quasi) indiscusso. Oggi a Tolosa, Sarkozy è atteso per il primo appuntamento con una grande città dall'annuncio di voler «parlare alla Francia nel suo insieme». Da candidato. Corsa alla leadership Ump e cambio di scenografia: via il palco, il pulpito che separa dalla «gente», pronta l'atmosfera da salotto. Poltrone a pochi metri dalla platea, nella Sala Jean-Mermoz, quasi alla stessa altezza del pubblico. La possibilità di far domande, anche scomode. E sarà così per tutta la campagna, fa sapere l'entourage.
Le rivelazioni pubblicate ieri da Le Monde permettono a Sarkozy di sfruttare la giustizia che lo tallona, a Parigi come a Marsiglia, a suo favore. Gli sviluppi dell' affaire Bygmalion hanno trasformato le accuse, non ancora a suo carico ma comunque ricondotte dalla procura alla sua campagna elettorale 2007: si parla ora di finanziamenti illeciti. Perfino un suo fedelissimo, oggi nel purgatorio dei traditori, Xavier Bertrand, dice che Sarko certamente sapeva. L'ultima inchiesta riguarda invece i contratti da 2 miliardi di euro firmati nel 2010 tra Francia e Kazakistan per la fabbricazione di 45 elicotteri in cui sarebbero state pagate tangenti. Riciclaggio e corruzione i reati ipotizzati per l'ex presidente della Repubblica e il suo vecchio staff.
Tutto da spiegare in pubblico, oggi, prima di chiarire eventualmente in tribunale. Nessuna barriera, neppure per i cronisti. Sarko punta a riavvicinare gli elettori che nel 2007 gli avevano dato fiducia e che due anni e mezzo fa hanno preferito il socialista Hollande, per l'Eliseo. L'entourage è cambiato e anche lui, in pubblico, dice cose diverse. La prima è rivolta al partito, che non può azzerare neppure se vincesse le primarie, così punta a rinnovarlo allargando il progetto Ump «a chiunque» voglia abbracciare il suo programma. Basta decisioni dall'alto, a colpi di decreti legge come sta facendo l'esecutivo socialista di Manuel Valls, che ieri ha avvertito la Commissione europea: «Non può respingere» la legge di bilancio con cui Parigi sforerà l'impegno del 3% nel rapporto deficit/Pil. Sarko parla di «riscoperta» del referendum. E attacco ai magistrati di Parigi.
Coccola intanto i militanti contrari ai matrimoni gay di «Manif pour Tous», in cui si mescolano elettori di Marine Le Pen, centristi e gollisti, a cui promette di voler «riscrivere» la legge Taubira. Non scontenta i radicali, perché riscrivere non vuol dire cancellare. L'unico colpo di spugna Sarko lo chiede per il partito, l'Ump dilaniata da confronti interni tra uomini e correnti. L'abbandono della modalità comizio gli è stata suggerita dopo i 50 minuti di discorso solista a Lambersart, prima mini tappa da candidato, il 25 settembre. Meglio l'ascolto, come un relatore a convegno che scambia idee con i presenti a Tolosa. Si presenta con un jolly. L'ex capo della polizia nazionale, Frédéric Péchenard, diventato direttore della sua campagna, che alla vigilia della nuova discesa in campo dice: «Sarkozy ama la polizia e l'ordine». In una città in cui due giorni fa sono dovuti intervenire 200 poliziotti per fermare uno dei traffici di droga e armi più grandi di Francia, secondo solo a Parigi e Marsiglia, la parola d'ordine per essere accolto, o quantomeno ascoltato, è proprio quella: ordine.
Nel partito quanto nelle grandi città, con la pacatezza del nuovo Sarko. Diverso dall'uomo che definiva «feccia» i delinquenti delle banlieues . Che oggi è già al 36% nei sondaggi generali e al 70% nel centrodestra.Twitter @F_D_Remigis
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.