Coronavirus

Un nuovo studio sulla distanza sociale mette in discussione l’OMS

Un nuovo studio pubblicato dalla rivista scientifica "The Lancet" metterebbe in discussione la regola dell'Oms del distanziamento sociale minimo di un metro adottato da molti paesi nel mondo

Un nuovo studio sulla distanza sociale mette in discussione l’OMS

Un nuovo studio scientifico rimette in discuissione le raccomandazioni dell'Oms sulle distanze da tenere per evitare il contagio. Stando a un metro di distanza dagli altri, infatti, si riduce il rischio di contrarre il coronavirus dell’80%. Ma è sufficiente? Altre ricerche hanno infatti rivelato che il rischio è dell’1,3% tenendo la distanza sociale di due metri, ma sale al 2,6% se la distanza si riduce ad uno. Questo significa che la malattia si diffonderebbe a meno di 3 persone su 100 contro le 13 su 100 senza distanziamento sociale. Lo stesso studio ha dimostrato che non c’è nulla che può fornire una protezione completa, sebbene le mascherine facciali forniscano (se indossate correttamente) un grande effetto di schermatura, arrivando a ridurre il rischio del virus fino all’85%.

La ricerca pubblicata dalla rivista The Lancet”è stata condottoaper informare la guida dell'Oms e ha rivisto i dati di 172 studi esistenti sulla diffusione di Covid-19, Sars e Mers. Ma alla luce dei nuovi risultati si metterebbero in discussione le decisioni di molti Paesi (Italia, Francia, Svezia, e Austria) che - seguendo appunto gli standard forniti dalle Nazioni Unite - hanno stabilito il distanziamento di un metro. Paesi Bassi, la Germania e Australia hanno richiesto distanze di almeno 1,5 metri, mentre la Gran Bretagna è andata oltre, creando però non poco disappunto da parte della popolazione.

Molti però, tra politici e imprenditori sono concordi nel dire che un piccolo aumento di distanziamento varrebbe economicamente parlando moltissimo e permetterebbe a molte aziende di riaprire in sicurezza e di dare quindi nuovo impulso all’economia mondiale messa sotto scacco dal coronavirus.

Cosa dice lo studio?

L’Oms, come abbiamo già spiegato raccomanda una distanza di un metro tra due persone appartenenti a nuclei familiari separati. La ragione di ciò, come affermato sul suo sito Web, è che: 'Quando qualcuno tossisce, starnutisce o parla, spruzzano piccole gocce di liquido dal naso o dalla bocca che possono contenere virus. Se sei troppo vicino, puoi respirare le goccioline, incluso il virus COVID-19 se la persona è infetta”.

Ma altri paesi hanno ricevuto consulenza dai propri esperti e la distanza sociale varia da due metri (nel Regno Unito) a un metro (in Italia). La regola dei due metri, scelta dall’Inghilterra, risale ad una ricerca degli anni '30 che mostrava come le goccioline di liquido da tosse o starnuti sarebbero atterrate entro un raggio di un metro, mettendo quindi al riparo la persona con più distanziamento.

Cosa succedea a un metro di distanza

Il principale consigliere scientifico inglese - Sir Patrick Vallance - ha affermato che la regola del metro è fino a 30 volte più rischiosa di quella dei due metri. All'inizio di questo mese ha detto ai parlamentari inglesi che il rischio di passare un uno o due minuti accanto a un paziente Covid-19 era "più o meno la stesso" di trovarsi a meno di un metro da un caso Covid-19 per sei secondi.

Le ultime prove, pubblicate su The Lancet, hanno scoperto che c'erano circa il 2,6% di probabilità di contrarre il virus quando si è a un metro da un paziente Covid. Ma raddoppiare il divario riduce il rischio portandolo all’1,3 per cento.

Perché a due metri il rischio scende

Nonostante il dissenso di molti consulenti scientifici che hanno affermato che la regola del distanziamento sociale di due metri si basa su prove "molto fragili”, secondo alcuni studi del Massachusetts Institute of Technology usciti a marzo, sarebbe addirittura ancora troppo poco e che dovrebbe essere di circa 7 metri. Questo perché hanno scoperto che le goccioline virali espulse nella tosse e gli starnuti possono viaggiare in un'atmosfera calda e umida ad una velocità compresa tra 10 e 30 metri al secondo.

Questo creerebbe una nuvola nell'atmosfera che può estendersi da sette a otto metri alle persone vicine. Un altro studio condotto da scienziati a Cipro, pubblicato due settimane fa, ha dato addirittura manforte a questo studio considerando la regola dei due metri insufficiente.

I ricercatori hanno scoperto che con con venti di due miglia all'ora (mph) - la velocità necessaria alla deriva del fumo - la saliva può percorrere 5 metri in soli cinque secondi per questo gli scienziati delle università della California, Santa Barbara e Stanford, la scorsa settimana hanno affermato che potrebbe essere necessario triplicare la regola dei due metri in caso di ritorno del virus il prossimo inverno soprattutto nelle zone fredde dove le goccioline che portano SARS-CoV-2 - il coronavirus che causa Covid-19 - possono viaggiare fino a 6 sei metri.

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