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Obama regolarizza 5 milioni di clandestini

Il presidente: "Una deportazione di massa sarebbe impossibile e contraria al nostro spirito, siamo una nazione di immigrati". Repubblicani infuriati: non è costituzionale

Obama regolarizza 5 milioni di clandestini

Cinque milioni di clandestini saranno regolarizzati. Lo ha deciso Obama, annunciandolo in diretta tv. Per superare l'ostacolo del Congresso ormai tutto in mano ai repubblicani Obama farà di testa sua, agirà con ordini esecutivi. Lo aveva promesso l'indomani della sconfitta alle elezioni di Midterm. E lo ha fatto. I repubblicani sono già imbufaliti. Ma dovranno contare fino a dieci prima di muoversi. Il rischio del muro contro muro su questo tema, infatti, è di regalare tutto l'elettorato ispanico (e non solo) ai democratici. E sarebbe letale in vista del 2016.

"Un’amnistia di massa non sarebbe giusta - ha spiegato Obama - mentre una deportazione di massa sarebbe impossibile e contraria al nostro spirito: siamo una nazione di immigrati". Ed è proprio su questo punto, sulla storia degli States, che Obama tocca le corde a lui più sensibili: "Per oltre due secoli la nostra capacità di accogliere gli immigrati ci ha assicurato un incredibile vantaggio sulle altre nazioni: ci ha mantenuti giovani, dinamici e intraprendenti, ci ha reso consapevoli delle nostre illimitate possibilità senza intrappolarci nel nostro passato".

Cosa succede ora

Il provvedimento offre la possibilità "di uscire dall’ombra" a circa 4,1 milioni di familiari di cittadini americani, cioè clandestini con figli nati negli Usa, che potranno ottenere una legalizzazione temporanea e il permesso di lavoro. Inoltre sarà velocizzata e facilitata la concessione dei permessi di soggiorno ai cittadini altamente qualificati e ai cosiddetti "dreamers", gli immigrati arrivati negli Stati Uniti da piccoli. Al momento sono circa 1,1 milioni i clandestini che presentano questi ultimi requisiti. "Dovranno dimostrare di essere negli Stati Uniti da almeno cinque anni - ha rimarcato Obama - il piano non riguarda né chi è arrivato di recente e né chi arriverà in futuro". Obama ha promesso che non vuole che gli Usa siano un colabrodo. I controlli alle frontiere, dunque, saranno rafforzati (promesse più risorse) e "per chi cercherà di entrare clandestinamente le possibilità di essere catturato aumenteranno". Bastone e carota, dunque, perché il tema della legalità Obama non può lasciarlo in esclusiva alla destra. I clandestini regolarizzati dovranno pagare le tasse e acconsentire a un controllo sul loro passato perché "i criminali", ha avvertito il presidente, "continueranno a essere deportati". Obama ha citato un altro dato interessante su cui riflettere: negli ultimi 6 anni il numero degli illegali che hanno attraversato la frontiera è stato dimezzato. Complessivamente, ha concluso, il numero di coloro che ha attraversato illegalmente il confine è ai minimi dagli anni Settanta.

La rabbia dei repubblicani

La prima reazione dei repubblicani è questa: chiederanno l’impeachment per abuso di potere sull’immigrazione. Obama ha già risposto che le sue azioni "sono non solo legali ma anche simili a quelle intraprese da ogni singolo presidente repubblicano e da ogni singolo presidente democratico". Al Congresso, che mette in discussione la sua autorità, Obama ha risposto alzando le spalle: "Approvate una legge". E ha spiegato: "Continuo a ritenere che il modo migliore per risolvere il problema dell’immigrazione sia lavorare insieme ma fino a quando ciò non sarà possibile ci sono azioni che ho l’autorità di intraprendere come presidente e che renderanno il sistema più equo e più giusto". Mitch McConnell, prossimo leader dei repubblicani al Senato, ha promesso battaglia: "Il Congresso reagirà. Stiamo valutando una serie di opzioni ma una cosa è certa, non appena i nuovi rappresentanti eletti si insedieranno al Congresso, reagiremo". Nel partito dell’elefante, l’ala più conservatrice reclama l’impeachement per il presidente oppure un nuovo shutdown dell’amministrazione. Vedremo se prevarrà la linea dura o quella più moderata.

La comunità ispanica: "Gracias Presidente"

Dopo l'annuncio di Obama molte persone della comunità ispano americana sono scese in piazza, marciando su Pennsylvania Avenue e raggiungendo la Casa Bianca. Avvolti nelle bandiere a stelle e strisce, esibivano cartelli che recitavano "Gracias, Presidente". Sono felici e tengono a dimostrare la loro gratitudine a Obama, che già nel 2008 aveva promesso la regolarizzazione dei clandestini. "Ci siamo riuniti per celebrare questo momento storico", ha detto Aide arrivata dal Messico 16 anni fa senza permesso.

"Ho un figlio cittadino americano - ha raccontato - ho sempre lavorato onestamente e ho sempre pagato le tasse confidando proprio nella legalizzazione".

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