Quell'assalto all'università in Ohio così simile ai "colpi" dell'Isis

Spuntano messaggi contro l'America. Ma tutte le piste sono ancora aperte

Quell'assalto all'università in Ohio così simile ai "colpi" dell'Isis

È stato identificato ieri sera l’uomo che nella mattinata aveva messo in atto un assalto alla Ohio State University di Columbus, negli Stati Uniti. Si tratta di Abdul Razak Ali Artan, studente nella medesima università, fuggito con la famiglia dalla Somalia nel 2007 alla volta del Pakistan, dove aveva vissuto fino al 2014, quando era giunto negli Stati Uniti, dove si trovavs come residente permanente.

Lo scorso 17 settembre un altro somalo, Dahir Adan, aveva aggredito a coltellate nove persone in un centro commerciale di St. Cloud, Minnesota, prima di venire a sua volta eliminato da un agente fuori servizio.

L’ipotesi terrorismo rimane aperta ma ancora non confermata dalle autorità locali che stanno indagando.

Abdul Razak Ali Artan, in un’intervista recentemente rilasciata a The Lantern, aveva lamentato difficoltà nel poter pregare al campus universitario e preoccupazione per come gli altri potevano percepirlo in quanto musulmano. Artan accusava inoltre i media di fornire una falsa immagine dei musulmani.

Sono poi emersi dettagli su alcuni post pubblicati sul proprio profilo Facebook dove Artan affermava di essere "stufo di vedere fratelli musulmani torturati e uccisi".

In un altro post l’uomo intimava agli Stati Uniti di "piantarla" con le interferenze negli altri Paesi e in particolare nei confronti della Ummah islamica (la comunità dei fedeli).

In un ulteriore commento Artan dichiarava: "Nel nome di Allah, non vi permetteremo di dormire a meno che non non lascerete in pace i musulmani. Non celebrerete e non festeggerete alcuna Festività".

Resta da capire quali fossero le frequentazioni dell’attentatore per valutare se avesse contatti con esponenti dell’Islam radicale nella zona. Bisognerà poi controllare se l’uomo possa aver consultato materiale pubblicato dall’Isis.

Per quanto riguarda le dinamiche dell’attacco, ricalcano episodi precedenti verificatisi in Israele e Francia: l’utilizzo di un automezzo da lanciare a folle velocità contro i passanti e l’aggressione all'arma bianca (in questo caso un grosso coltello da macellaio).

Come illustra il prof. Marco Lombardi, esperto di terrorismo per l’Italian Team for Security, Terroristic Issues and Managing Emergencies dell’Università Cattolica di Milano: "Rifugiato, somalo, residente in USA. Attacca con l’auto investendo i passanti. Scende dall’auto e attacca col coltello. Sembra la perfetta messa in atto dei suggerimenti di Daesh pubblicizzati in questi ultimi mesi: attaccare dovunque, con tutti i mezzi, con quelli più semplici della quotidianità, proprio con le auto e i coltelli. Vediamo che accade nelle prossime ore: con il solito opportunismo Daesh potrebbe comunque mettere il cappello sull’iniziativa.

Che magari non ha le radici ideologiche che supponiamo noi debba avere il terrorismo jihadista, ma che di quello certamente ne ha assunto i comportamenti. Basta e avanza per preoccuparsi della minaccia che continua. E continuerà a lungo”.

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