Piano migranti, l'Onu tira il freno: "È sbagliato colpire i barconi"

Il segretario generale chiede di agire sulle cause: "Non esiste una soluzione militare. Anche il diritto all'asilo è una sfida"

Piano migranti, l'Onu tira il freno: "È sbagliato colpire i barconi"

Un'azione collettiva europea è la strada giusta da seguire, ma colpire i barconi in Libia no. È questo l'avvertimento che arriva dalle Nazioni Unite, il cui segretario generale, Ban Ki-moon, ha rilasciato un'intervista alla Stampa.

"Non esiste una soluzione militare alla tragedia umana". Il numero uno dell'Onu ne è convinto e spinge piuttosto perché si creino "canali legali e regolari di immigrazione", ricordando come l'organizzazione che presiede abbia il suo focus principale nella "sicurezza e nella protezione dei diritti umani".

Ban Ki-moon elenca una serie di sfide di cui la comunità europea dovrebbe farsi carico. E pur apprezzando le prime decisioni che arrivano da Bruxelles e vanno verso "un'azione collettiva", chiede però di pensare "al miglioramento dei soccorsi e dell'accesso alla protezione" e allo stesso tempo "ad assicurare il diritto all'asilo".

L'approccio che l'Onu sembra indicare va verso l'eliminazione delle cause del problema, ma evitanto di colpire i barconi in procinto di staccarsi dalle coste libiche.

"Non ci sono alternative al dialogo" in Libia, mette in chiaro Ban Ki-moon, preoccupato dalla perdurante situazione di insicurezza, ma sicuro che non si possa prescindere da una pacificazione del Paese, se si vuole risolvere anche il problema dei flussi migratori.

Ban Ki-moon è diretto in Italia, dove vedrà le istituzioni, ma incontrerà anche il Papa.

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