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Orban istituisce tribunali controllati dall'esecutivo. Ira delle ong

Ad avviso dei partiti di opposizione e di diverse associazioni per i diritti umani, la riforma varata dal premier magiaro rischia di “pregiudicare irrimediabilmente lo Stato di diritto”

Orban istituisce tribunali controllati dall'esecutivo. Ira delle ong

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán è stato in questi giorni accusato dai partiti di opposizione e da diverse ong di avere “assoggettato” il potere giudiziario al controllo dell’esecutivo. A scatenare tali critiche è stata la recente istituzione, da parte del leader di Fidesz, di una nuova “magistratura amministrativa”, giudicata subito dal fronte anti-Orbán “priva di indipendenza” nei confronti del governo di Budapest.

I neonati tribunali saranno competenti a dirimere controversie in materia di appalti pubblici, fisco, elezioni, provvedimenti degli enti locali. Tuttavia, tale magistratura non sarà munita di alcun organo di autogoverno, in quanto tutte le decisioni nei riguardi delle autorità giudiziarie appena istituite verranno prese dal ministero della Giustizia. Competente a deliberare sull’entrata in servizio, sulla rimozione e sullo stipendio di ogni singolo giudice amministrativo sarà infatti soltanto il titolare del dicastero in questione, ossia László Trócsányi. Quest’ultimo, nonostante abbia più volte rivendicato la propria autonomia rispetto al programma politico di Fidesz, viene costantemente additato dalle forze di opposizione come un “sodale di Orbán”. I nuovi tribunali dovrebbero essere operativi, in base a quanto dichiarato dall’esecutivo magiaro, a partire dal 2020.

Secondo l’Hungarian Helsinki Committee, ong che si batte per la salvaguardia dei diritti umani nel Paese est-europeo, l’istituzione di tale organo giudiziario competente per le controversie in ambito amministrativo sarebbe un “grave attentato all’autonomia del potere giudiziario”: “Le nuove Corti”, ha precisato l’associazione tramite una nota, “sono palesemente prive dei requisiti di terzietà e indipendenza, in quanto completamente controllate dal governo Orbán. Di conseguenza, l’amministrazione della giustizia in Ungheria rischia di trasformarsi a breve in uno strumento inteso a perseguitare gli avversari politici di Fidesz.” Parole dure all’indirizzo della riforma promossa dal premier di Budapest sono state pronunciate anche da David Vig, direttore di Amnesty International Hungary: “La decisione del primo ministro di assoggettare al proprio controllo il potere giudiziario è un ulteriore tassello della strategia antidemocratica perseguita da Orbán fin dal giorno del suo insediamento.

Trasformare i tribunali ungheresi in arene politicizzate e affidarne la presidenza ad amici del premier sono decisioni suscettibili di pregiudicare irrimediabilmente lo Stato di diritto.”

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